Centri sociali e gilet gialli La protesta è innocua Transenne e 900 uomini presidiano lo spettacolo
La Prima delle proteste scorre via senza tensioni. L’eco di quel che sta avvenendo in Francia in queste ore è solo nel colore fosforescente indossato da alcuni antagonisti del Cantiere che arrivano in piazza Scala con una finta ruspa di cartone allestita su due carrelli della spesa per protestare contro la Lega e i fondi spariti. Ma nulla a che vedere con il movimento dei «gilet gialli» parigini che oltralpe raccoglie consenso (a destra e a sinistra) e che in piazza Scala praticamente passa inosservato. Del resto non potrebbe essere diversamente visto che in questi anni l’appeal della Prima anche sul movimento antagonista (e anarchico) è diminuito sempre di più. Ieri davanti al Piermarini — ben protetto da un labirinto di transenne e con oltre 900 uomini e donne di polizia, carabinieri, vigili e guardia di Finanza — c’erano una trentina di giovani del centro sociale Cantiere e del movimento anti sfratti, un’altra trentina di sindacalisti di Cub e Usb e e la storica Banda degli ottoni a scoppio. Il tutto per qualche coro, un breve intermezzo con fuochi d’artificio, e fumogeni e un paio di petardi spaccatimpani. Nessun contatto con le forze dell’ordine e nessuna tensione, a confermare l’efficacia del dispositivo studiato dal prefetto Renato Saccone e del questore Marcello Cardona. Unico fuori programma un blitz, intorno alle 16 ben prima dell’avvio dell’Attila alla Scala, davanti alla società del Giardino di via San Paolo dove era in programma la cena di gala. Qui gli attivisti del Cantiere hanno lanciato uova piene di vernice contro al portone e al cordone di agenti a protezione del palazzo. Slogan contro la Lega e il ministro dell’Interno Matteo Salvini.