Domani a Salerno cercasi colpaccio per le Rondinelle
Domani a Salerno si cerca il primo successo esterno contro una squadra imbattuta in casa
Salernitana e Brescia si somigliano, ma sarebbe preferibile per le Rondinelle se domani sera, dopo il posticipo delle ore 21 allo stadio Arechi, le affinità tra le due squadre fossero inferiori rispetto alle analisi della vigilia. Perché il parallelo è fatto, lo indicano i numeri. La squadra di Colantuono, rivale nella finale play off del 2010 vinta al Rigamonti contro il suo Torino, oltre che acerrimo nemico negli ultimi derby vissuti contro l’Atalanta (stagione 2005-2006, in Serie
B: 1-0 per il Brescia all’andata con gol di Possanzini e Maran in panchina, 2-0 per la Dea a Bergamo con reti di Loria e Zampagna nel breve interregno di Zeman), ha conquistato 17 dei suoi 20 punti in casa mentre in trasferta l’ultimo scalpo risale al 3 marzo ad Ascoli. Il Brescia è una lunghezza avanti in classifica, ma sono sempre 17 i punti ottenuti in casa, con 4 pareggi esterni a irrobustire un bilancio reso tuttavia incompleto da quel tabù esterno che prosegue dal 17 aprile 2018, quando a La Spezia il gol di Torregrossa consegnò mezza salvezza e consacrò l’attaccante, l’uomo in più ora per Corini come lo fu per Boscaglia.
La vera somiglianza tra le due squadre sta qui, perché per filosofia e modo di stare in campo, oltre che per gli interpreti — dal confronto tra le due rose, esce vincente il club di Cellino — le differenze sin qui sono state marchiane. La Salernitana si è spesso affidata al classico 3-5-2, la coperta di Linus del suo allenatore, pragmatico per scelta, come dimostrano le frequenti panchine di Rosina, inferiore a pochi per tecnica individuale nel desolante contesto qualitativo della Serie B.
Il Brescia, invece, per volontà del suo presidente prima che del suo allenatore, arrivato in corso d’opera, ha puntato tutto sulla fase offensiva e i 25 gol all’attivo, ben dieci in più rispetto ai granata, non hanno deluso le attese. Pur con correzioni sostanziali rispetto a Suazo, il tecnico di Bagnolo Mella ha fatto proprio il credo societario e ha puntato sul 4-3-1-2 modellandolo a sua immagine e somiglianza, almeno sino a quando la riapertura del mercato non gli consentirà di correggere il tiro in alcuni reparti. La Salernitana invece difende meglio, 14 le reti incassati contro le 18 finite nel sacco da Alfonso e Andrenacci. Farle gol è complicato, ma chi meglio di Donnarumma e Torregrossa, coppia gol principe d’Italia, può provarci?
Le incognite della sfida, già complicata sulla carta, risiedono però anche nella volontà del tecnico della Salernitana di plasmare il suo undici, dopo la recente scoppola a Cittadella, per cercare di mandare in tilt il sistema Brescia. In sintesi: Colantuono intende prendere spunto da Zenga, che per bloccare le Rondinelle a Venezia si mise a specchio utilizzando a sua volta il 4-31-2 e fece scacco matto, persino dopo essere rimasto in dieci dopo 20 minuti. Gli spifferi da Salerno raccontano del ritorno di Rosina dietro le punte e dell’esclusione di Migliorini in difesa: sacrificato un centrale per un trequartista, resterà invece l’impianto di una mediana a tre giocatori per pareggiare numericamente il terzetto composto da Bisoli, Tonali e Ndoj. Pericoloso pure l’eventuale rilancio di Jallow in coppia con Bocalon, perché la difesa bresciana soffre gli attaccanti veloci. Rientrerà però Sabelli a destra, soluzione ideale per consentire a Mateju di riprendersi la fascia mancina e sostituire lo squalificato Curcio. Serve un pizzico di esuberanza in più in trasferta: provare a vincere, in questo campionato, sulla lunga distanza è più redditizio che cercare di non perdere. Domani e sempre.