Epica del lavoro in un intrico di vite e destini
Sancricca e lo sguardo trasversale di «Sempre domenica» per il Ctb Per «Brescia contemporanea» una pièce sul lavoro e sul destino dell’uomo con storie «vissute»
Il lavoro nobilita l’uomo, titolo per compiti in classe di tutte le generazioni. Il lavoro è sancito dalla costituzione, dà dignità e indipendenza, nonché il «foraggio di vivere» (l’inarrivabile Gino Patroni). Vero, ma ti succhia anche la parte migliore dell’esistenza e non è detto che ti gratifichi.
Un tema a doppio taglio inaugura la rassegna «Brescia contemporanea» del Ctb dedicata alla nuova drammaturgia e ai nuovi artisti emergenti: domani, lunedì, al Mina Mezzadri Santa Chiara, ore 20.30, va in scena Sempre domenica, produzione di collettivo Controcanto, una delle giovani compagnie più acclamate dal pubblico e dalla critica, regia di Clara Sancricca, Sul palco gli attori Federico Cianciaruso, Fabio De Stefano, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero. Spettacolo vincitore di Inbox 2017.
«È un lavoro sul lavoro — ci dice Clara Sancricca, palermitana ma di stanza sui Castelli Romani —. Si parla non chi il lavoro non ce l’ha, ma di chi ce l’ha e costituisce per lui un problema, perché logora una gran quantità di energia nervosa, e la sottrae al riflettere, al sognare, al preoccuparsi, all’amare. È un paradosso, perché il lavoro è una fatto biologicamente connaturato all’uomo: si nasce, si muore e dal lavoro non si scappa. È da questo punto di vista una implicita accettazione rassegnata e fatalista all’infelicità. Sul palco sei voci e un intrico di vite: al microscopio la trama sottile dei moti e dei vuoti dell’animo umano. Tutto questo — continua la Sancricca — l’abbiano tradotto drammaturgicamente in un montaggio alternato di sei vicende di epica quotidiana. Le trame e i destini sono anche banali, ma appunto per questo è impossibile non immedesimarsi. È un canto d’amore per gli esseri umani, per il nostro starcene qui frementi eppure inchiodati, nell’immobilità di una condizione che una tenace ideologia ci fa credere da secoli non tanto la migliore, quanto l’unica possibile. Sul palco i protagonisti sono se- duti, rivolti verso la platea».
Tutta la compagnia, regista compresa, provengono da un itinerario comune di formazione attoriale la scrittura è il risultato di un impegno collettivo. «Io a quarant’anni — conclude Sancricca — sono la più anziana, la compagnia è al di sotto dei trenta. Le storie che raccontiamo provengono dai vissuti. Ognuno ha scelto e costruito il proprio personaggio anche in base alla propria immaginazione e alle proprie paure, guardando quello che vedevamo intorno. Il coro di voci è all’insegna della varietà, abbiamo spaccato fabbrica, di scuola, di ufficio. Uno sguardo veramente trasversale».
Biglietto intero 16 euro. Acquisti presso le solite vendite: al Mina Mezzadri Santa Chiara — da 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo —, al Sociale in orario di apertura biglietteria oppure presso la sede del Ctb in piazza Loggia (telefono 030 2808600). Online sul sito internet vivaticket.it.
Vuoti dell’animo Sul palco sei voci e un intrico di vite: al microscopio la trama sottile dei moti e dei vuoti dell’animo in cui immedesimarsi