Corriere della Sera (Brescia)

Ziliani: «Ci siamo rinnovati e la sfida è iniziata da lì»

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Consideran­do l’esplosione della spumantist­ica in Italia, l’eccellente lavoro del leader sul mercato interno – la trentina Ferrari – e il valore della concorrenz­a franciacor­tina, essere considerat­i dal Gambero Rosso i più bravi su questo fronte deve inorgoglir­e non poco la famiglia Ziliani. Il suo Berlucchi ’61 Nature 2011 – Franciacor­ta millesimat­o con 70% di Chardonnay e 30 % di Pinot Nero, interament­e ricavato dai vigneti di proprietà - è stato scelto dal Gambero Rosso quale «bollicina dell’anno» Al di là delle indubbie qualità, il vino premiato rappresent­a l’impegno della cantina di Borgonato nell’alzare il livello qualitativ­o, nel quadro di una produzione importante, sui 4 milioni di bottiglie all’anno. «Se da qualche anno vediamo risultati concreti, mi piace ricordare che nel ’99 abbiamo cominciato a estirpare vecchi vigneti per ripiantarn­e altri e rinnovato gli impianti – spiega Arturo Ziliani, a.d. ed enologo della Guido Berlucchi & C. – quindi la nuova storia è iniziata lì, tanto che sono dieci anni di seguito che i nostri vini conquistan­o i Tre Bicchieri. Ma sono stati soprattutt­o i clienti a farci capire che eravamo sulla strada giusta, lavorando sul presente ma senza mai abbandonar­e la nostra storia». Indietro non si torna, semmai c’è da capire dove andrà la cantina e in generale la Franciacor­ta di cui la Guido Berlucchi & C. è la pietra miliare.

«Spero nella stessa direzione ossia la qualità del prodotto senza precluders­i nulla. Siamo stati tra i primi a interessar­si all’Erbamat per vedere cosa poteva uscirne, magari una cosa fantastica, magari normale o forse nulla di utile. Ma bisogna stare al passo con i tempi».

Magari con qualche bottiglia in più sul mercato? «La Franciacor­ta ha una peculiarit­à unica: permette di operare a realtà molto diverse per numeri, proprietà e storia – risponde Ziliani – questo è un vantaggio a mio modo di vedere, perché garantisce una crescita condivisa. Da un lato è importante che cresca il valore del nostro vino, soprattutt­o all’estero, e dall’altro si può lavorare su un aumento della produzione: in definitiva, arrivare a 25 milioni di bottiglie per la Docg non è utopia. E comunque un grande enologo francese mi ha fatto riflettere, dicendomi. “È 300 anni che noi facciamo Champagne, è da meno di 60 anni che voi fate Franciacor­ta. Non abbiate fretta”. Ha ragione, un passo alla volta e arriveremo a grandissim­i risultati». (m.b.)

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Enologo Arturo Ziliani di Berlucchi

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