Corriere della Sera (Brescia)

Noventa: «È un orgoglio per noi e per il territorio»

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Non che si trattasse di un’etichetta sconosciut­a agli appassiona­ti, ma vedere il Gobbio Botticino Doc di Noventa premiato con i Tre Bicchieri è stata comunque una sorpresa. «È il più importante riconoscim­ento della nostra attività – spiega Alessandra Noventa – ma al di là questo sentiamo l’orgoglio di chi ha lavorato tanto per dimostrare che siamo in un territorio non secondo a nessuno, con suoli marmosi e un microclima eccezional­e». L’enologia da queste parti è antica, agli inizi del ‘900 c’erano un migliaio di ettari ricoperti da vitigni.

Oggi Noventa che è il primo produttore ne coltiva undici ma non si accontenta delle circa 45mila bottiglie prodotte annualment­e, come spiega la titolare che ha preso in mano la cantina una decina di anni fa, insieme al marito e alla sorella. Si definiscon­o «bioviticol­tori in alta collina» («Il regime biologico, grazie a una natura fortunata era di fatto, noi lo abbiano solo messo su carta» spiega) e lavorano nel solco del padre, tuttora attivo. Alessandra è realmente cresciuta in mezzo ai vigneti. «Lui ha sempre creduto nel Botticino sin da quando ha aperto l’azienda 40 anni fa, basandola sul concetto che se non hai grosse quantità di uva puoi solo puntare alla qualità. Sarò scontato ma è difficilis­simo, devi investire sul territorio come noi: ogni anno piantiamo viti o ne recuperiam­o di vecchie. Sarei solo felice che questo risultato convincess­e altri giovani agricoltor­i a seguirci nell’opera».Detto che il Gobbio è un Botticino molto elegante – a base di uve Barbera, Marzemino, Sangiovese e Schiava Gentile che nascono da vigne di 50-70 anni – Noventa è conosciuta tra gli addetti ai lavori per uno stile «post-moderno» nel fare un vino rosso, di struttura. «È un bel percorso che stiamo facendo con Carlo Ferrini, un agronomo ed enologo importante (l’uomo che ha inventato il Chianti Classico 2000, ndr) con cui lavoriamo da due anni. È un’alleanza che sta dando tanto, stiamo imparando un sacco nella ricerca di una sempre maggiore raffinatez­za nei nostri vini. Questa è la vera sfida: lo dico umilmente, ma sono convinta che con il nostro Botticino possiamo stare al passo con le grandi cantine». Noventa merita il tifo anche perché ha scelto – come logo aziendale - una barbatella con un grappolino di uva con le radici poggiate su un blocco di marmo. «Siamo l’unico vino che deriva dal marmo, come si fa a non raccontarl­o?» (m.b.)

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In vigna Alessandra Noventa

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