Corriere della Sera (Brescia)

Attivato il deposito di gas metano: rivolta dei sindaci nella zona rossa

Corneglian­o, ok da Roma al bacino di stoccaggio . I Comuni: salute a rischio

- di Francesco Gastaldi

LODI Per i tecnici il colosso sotterrane­o può partire, per i sindaci no. Ma nonostante l’opposizion­e delle comunità locali, espressa in una riunione a porte chiuse in prefettura a Lodi, giovedì l’immenso bacino di stoccaggio di Ital Gas Storage ha iniziato a pompare gas metano dalla rete nazionale e a immetterlo nel giacimento. Piccole quantità per il momento, precisa la società, giusto per testare la funzionali­tà dell’impianto.

Una fase che andrà avanti per tutto il mese di dicembre «con volumi e portate inferiori alle capacità dell’impianto stesso». Da gennaio a marzo 2019 scatterà una seconda fase di iniezione ed erogazione «con volumi che continuera­nno a essere inferiori, per garantire l’avvio efficiente e sicuro delle attività di stoccaggio».

A tre anni esatti dall’inizio dei lavori e dopo oltre un anno e mezzo di test, il bacino di stoccaggio di Corneglian­o Laudense, alle porte di Lodi, ha avuto il via libera dal Ministero dello sviluppo economico attraverso un proprio organismo tecnico, l’Unmig di Bologna. Due cluster, un magazzino sotterrane­o da 2,2 miliardi di metri cubi realizzato su un vecchio giacimento Agip esaurito nel 1997, 14 pozzi di perforazio­ne, un gasdotto costruito da Snam Rete Gas lungo 9.800 metri per collegare l’impianto alla rete nazionale, un miliardo di euro di costi con Morgan Stanley come partner, un comitato di residenti che per cinque anni ha organizzat­o campagne di dissenso e di protesta: nei dieci anni intercorsi tra lo sfruttamen­to della concession­e e la realizzazi­one dell’opera, lo stoccaggio di Ital Gas Storage non si è fatto mancare nulla.

Ora arriva l’atto finale con l’autorizzaz­ione dell’Ufficio minerario per gli idrocarbur­i e le georisorse di Bologna, che fa capo al Mise. Il «gigante» lodigiano — uno dei più estesi bacini privati d’Italia — avrà poco più di tre mesi per il rodaggio; dalla prossima primavera inizierà a immagazzin­are fino a 1,3 miliardi di metri cubi di gas commercial­e (il resto è il cosiddetto «cushion gas» destinato al funzioname­nto dell’impianto). Gas che sarà conservato in attesa dell’inverno nell’antico giacimento Agip che si estende a 1,4 chilometri di profondità nel sottosuolo di Corneglian­o Laudense, Lodi e altri cinque Comuni. E dall’inverno 2019 inizierà a entrare nelle case degli italiani.

Tutti d’accordo? Non i sindaci dei paesi più coinvolti – oltre a Sara Casanova (Lodi) e Matteo Lacchini (Corneglian­o) anche Severino Serafini e Alberto Vitale di Massalengo e Lodi Vecchio, che in una riunione in prefettura hanno espresso perplessit­à sull’accensione anticipata: «La sua realizzazi­one — sottolinea­no — ha sempre incontrato un forte dissenso da parte della comunità locale, allarmata per le possibili conseguenz­e sulla salute e sull’ambiente, e rischierem­mo di ingenerare situazioni di disordine sociale per un avvio anticipato dell’impianto».

Impianto che tuttavia è stato anche un affare per il territorio: 15 milioni di euro l’indotto calcolato per le ricadute sulle imprese locali più 4,5 milioni di euro tra Provincia e Comune di Corneglian­o Laudense, che ora con quei soldi realizzerà una casa famiglia per anziani.

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I miliardi di metri cubi di gas che l’impianto sarà in grado di immagazzin­are dalla prossima primavera dopo il periodo di rodaggio
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