Il Bosco incantato nato 19 anni fa è realizzato da 150 volontari
LEGGIUNO (VARESE) Il vero miracolo non sono tanto le 500 mila lucine che ieri sera si sono accese al calar del sole. E neppure gli oltre 150 volontari che per mesi hanno lavorato all’allestimento, stendendo i cavi e realizzando renne, cerbiatti e persino i funghi, fatti di luce. La vera meraviglia sta in un numero: 140 mila. Sono le persone che l’anno scorso arrivarono a Leggiuno, paesino di 3.600 abitanti sul Lago Maggiore che dall’Immacolata all’Epifania si trasforma per diventare la capitale della luce e del Natale, obbligando intere famiglie a mettersi in coda per ammirare il «Bosco incantato».
Inventore di questa tradizione nata 19 anni fa è Lino Betti. Le prime luci le acquistò in Brasile, paese d’origine della moglie: spese 100 dollari per un fascio di lucine che vennero messe sulla casa di famiglia per le decorazioni natalizie. Era il 1999 e qualche anno dopo il parroco gli chiese: «Perché non le metti anche sull’oratorio?». Betti si fece prendere la mano e da quel giorno, ogni anno, la collezione si arricchì fino a toccare il mezzo milione di led.
«Mai visto tanta gente come quest’anno: alla serata inaugurale di ieri c’erano non meno di 8 mila persone» racconta Fabio Betti 32 anni, figlio dell’ideatore di questa manifestazione e che si occupa di marketing: abita a Milano ma all’arrivo dell’estate comincia a fare da spola con Leggiuno, località famosa per Santa Caterina del Sasso, eremo ricavato in una scogliera a picco sul lago. Ma a dicembre tutti gli occhi sono puntati sulle lucine. «Il lavoro comincia a giugno per la creazione di decorazioni e figure, che vengono collegate già a metà settembre, per continuare fino ai primi di dicembre.
Tutto grazie ad un affiatato gruppo di volontari che arrivano anche dai paesi vicini e gravitano attorno alla chiesa». Il ricavato di questa festa, dove ci si può scaldare con fuochi accesi all’aperto e vin brulé, viene devoluto alla parrocchia. Ma quanto costano (Newpress). trasporto dei turisti, che fanno da collegamento coi parcheggi. Spendiamo poi molto anche per il plateatico e per i tanti permessi necessari».
Ma la soddisfazione alla fine viene ripagata dallo sguardo sgranato dei bambini e da quanti per la prima volta assistono allo spettacolo delle «lucine di Leggiuno». I visitatori giungono anche in pullman. Per la «prima» sul lago è arrivata una comitiva da Genova a bordo di numerosi caravan parcheggiati in un prato.Si fregano le mani i ristoratori della zona: alcuni hanno predisposto un apposito menù, altri si sono inventati il servizio pizza da asporto per chi vuole gustarsi una margherita di ritorno dal giro nel tunnel di luce.