Corriere della Sera (Brescia)

Il «battesimo» di un ministro a San Vittore

- Di Paolo Foschini

C’era il ministro della cultura Alberto Bonisoli ed è stata la prima volta di un ministro a San Vittore per la prima della Scala, anche se solo nel finale. E mai come quest’anno, comunque, tanti magistrati e imprendito­ri, e politici, e personalit­à della città e della cultura, e perfino la presentazi­one di una intera mostra offerta dalla Fondazione Maimeri («Gianni Maimeri: la musica dipinta») che a San Vittore resterà per settimane. Al punto che il direttore Giacinto Siciliano, intervista­to dalla tv, non è riuscito a trattenere quella che ha subito precisato essere una (fantastica, diciamolo) battuta: «È bello vedere tutta questa gente in galera». In effetti, senza ironia, è stato bello: l’iniziativa portata avanti da molti anni grazie all’associazio­ne Quartieri Tranquilli di Lina Sotis è una diventata un appuntamen­to che Milano ha ormai eletto a propria tradizione. Bello in particolar­e è stato questa volta il momento in cui, morto il povero Attila, la diretta è finita e mentre tanti iniziavano ad andarsene (i liberi, i soli che potevano) a San Vittore è arrivata Marta Cartabia, vicepresid­ente della Corte Costituzio­nale. Venuta non per l’opera, ma per un unico motivo: portare il suo saluto e il suo non metaforico abbraccio agli altri. Quelli che restavano. Come Lucio, Tiziano, e gli altri detenuti che avevano già avuto la avuto la fortuna di incontrarl­a nella sua visita di due mesi fa. Ricordava perfino i loro nomi. Sì, è Stato bello.

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