Corriere della Sera (Brescia)

Quei cavalli sul palco e il Dna «ippofilo» di Livermore

- Di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Due cavalli sul palco della Prima della Scala stanno, oltre che nella scelta artistica del regista, nel Dna «ippofilo» di Davide Livermore e del sovrintend­ente della Scala, Alexander Pereira. Alla famiglia Livermore ogni novembre a Roma è non casualment­e dedicata una corsa di contorno nel giorno del Gran Premio internazio­nale di galoppo intitolato a Lydia Tesio, la marchesa di Serramezza­na che fu moglie e continuatr­ice di Federico Tesio, cioé dell’allevatore e allenatore di purosangue da corsa (nonché senatore del Regno d’Italia) che creò i fuoriclass­e Nearco e Ribot: proprio il regista di «Attila», infatti, nel 2012 ha donato all’ippodromo di Capannelle i diari dal 1915 al 1941 della moglie dello scienziato ippico che rivoluzion­ò il galoppo mondiale con la giubba della «Dormello Olgiata», di cui il bisnonno di Livermore, Palmiro, fu fantino a inizio Novecento, e di cui il nonno Robert fu caposcuder­ia con la moglie Fedora Falconetti dal 1974 al 1980. Erano gli anni del successo di Mannsfeld nel «Premio Presidente della Repubblica». Ma anche gli anni nei quali Robert Livermore fu peraltro decisivo per l’avvio di carriera a Capannelle di un jockey ragazzino appena arrivato dalla Sardegna profonda, Gianfranco Dettori, futuro campione dei fantini italiani per 13 anni: senza il nonno del regista di «Attila», insomma, forse Gianfranco Dettori non avrebbe fatto il fantino, e senza Gianfranco non ci sarebbe oggi suo figlio Lanfranco, considerat­o (ancora a 48 anni) il miglior fantino al mondo. Ma anche Pereira é ippofilo doc, non per eredità familiare ma per passione ippica incarnata come allevatore e proprietar­io, oltre che come assiduo spettatore dalla terrazza d’onore dell’ippodromo di San Siro: proprio sulla pista milanese, infatti, l’austriaco sovrintend­ente della Scala ha vinto nel 2009 come allevatore della cavalla tedesca Night of Music la più importante gara per le femmine di tre anni nelle secolari «Oaks d’Italia», e nel 2001 come proprietar­io del cavallo tedesco Stolzing il «Premio Primi Passi», principale traguardo per i baby puledri di due anni.

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L’ereditàIl regista di «Attila», Davide Livermore, classe 1966

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