Mereghetti, i film del cuore
Il critico, autore del celebre dizionario del cinema, svela le sue passioni Da «Cenerentola» a «Notting Hill» senza dimenticare Wilder e Bresson
«Il Mereghetti» 2019 si specchia nel profondo degli occhi di Sophia Loren chiamati a far da copertina ai tre volumi, e l’autore, fresco di Premio Amidei alla Cultura Cinematografica, è pronto per la presentazione milanese della sua opera kolossal domani alla Feltrinelli. Ma al di là del lavoro di schedatura enciclopedico, che cosa fa battere il cuore del critico? Con l’autore abbiamo provato a stilare una giocosa plalylist. C’è aria di volersi bene in prossimità delle feste, siamo tutti più romantici, e allora quale il titolo giusto per aumentare la dose di bontà natalizia? «Ho due titoli a pari merito: “Perdutamente tua” del 1942, mito del melodrammatico con una Bette Davis dall’impressionante metamorfosi. E poi “Notting Hill” del 1999 con Julia Roberts e Hugh Grant». E se si volesse vedere un film con la persona amata? “Lo amo tantissimo, e quindi torno a citare “Notting Hill” che va bene per ogni freccia lanciata da Cupido». E per chi è ancora in cerca della persona giusta? «Consiglio il confronto fra Meryl Streep e Uma Thurman in “Prime” del 2005». Al critico non si può evitare di domandare quale consideri il film più impegnato… «Mi chiedo che cosa voglia dire impegnato, comunque direi il cinema di Robert Bresson, da “Au hasard Balthazar” a “Il diavolo, probabilmente…». E per chi ha voglia solo di ridere? «“Affari in grande” del 1929 con Stanlio e Ollio». Filone avventura? «Virando verso la fantascienza, “Star Wars: Episodio IV-Una nuova speranza” del 1977».
Perché la magia del cinema continui a prosperare è importante anche allevare i futuri spettatori. «Dai 10 anni ci sono almeno tre titoli indimenticabili, “Hollywood Party”, “Frankenstein junior”, “The Blues Brothers”». I cartoon spopolano, lei quale preferisce? «Vado a colpo sicuro, “Cenerentola” del 1950». Torniamo al calendario: quale film vedere a Natale e quale a Capodanno? «Di rigore il natalizio “La vita è meravigliosa” (1946) di Frank Capra. Per l’anno nuovo c’è “L’appartamento” del 1960, regia di Billy Wilder. Una delizia e un divertimento sopraffino».
A proposito di anno nuovo, «Il Mereghetti 2019» ha novità come la sezione «I film a tre stelle e mezzo» che seguono i già sperimentati «Film a quattro stelle». C’è una ragione? «C’era spazio, finalmente, e quindi perché non aggiungere ai 4 stelle il meglio del meglio, ordinandolo per il nome dei registi. Poi tengo a dire che ogni intervento sul Dizionario si collega a un ritorno di credibilità alla critica cinematografica». Infine quanto agli ospiti che lo accompagneranno nella presentazione di domani, Mereghetti spiega. «Ritengo Piera Detassis il mio portafortuna. Carla Signoris è un’attrice su cui bisogna puntare di più. Ha tantissime risorse, non solo nel registro del comico. Il cinema italiano a volte dovrebbe stare attento ai tesoretti che possiede e non sfrutta a dovere. Edoardo Albinati tempo fa disse in un’intervista che gli piaceva “Il Dizionario” perché ci trovava tante belle storie. Ed eccoci qui».