Caso Torbole Il Brescia studia anche un piano B
Esposto in Procura. Rischio rottura, il Brescia si appella al buonsenso del Comune
Un nuovo intoppo nella realizzazione del polo sportivo del Brescia a Torbole Casaglia: i legali del presidente Cellino stanno combattendo una querelle legale con il Comune. Oggetto della contesa, finita anche in Procura, i container usati come spogliatoio considerati non provvisori. Il Brescia chiede buonsenso al Comune, non vuole la rottura, ma in caso contrario è pronto ad andarsene.
Un nuovo intoppo burocratico nella strada che porta alla costruzione del polo sportivo del Brescia Calcio a Torbole Casaglia. Già impegnati con il ricorso al Tar del comitato «No alla vendita dell’area 467» (Massimo Cellino se l’è aggiudicata, il 18 aprile scorso, vincendo un regolare bando: 1,35 milioni il prezzo, troppo basso per il comitato, pagato per gli 85 mila quadrati), i legali del presidente stanno combattendo una seconda querelle legale, stavolta con il Comune della Bassa. Il nuovo «laccio», per usare la definizione usata da via Ferramola, riguarda la posa dei dieci prefabbricati modello «container» che la squadra sta usando dal 9 ottobre, giorno del primo allenamento delle Rondinelle sul campo centrale di quello che dovrebbe diventare il centro sportivo. Legale la semina e l’uso del campo, non gli spogliatoi provvisori secondo la denuncia dell’opposizione in seno al Consiglio comunale, tramutatasi in un’ordinanza il 5 novembre e in un esposto alla Procura di Brescia mercoledì scorso. Viene contestata anche la realizzazione di un piazzale con materiale misto granulare, abusiva a sua volta.
Attacchi dai quali Cellino si sta tutelando, con l’ausilio dell’avvocato Luca Bonavitacola che segue anche la contesa originaria, terminata con una vittoria temporanea in attesa del Tar. E la temporaneità è ciò su cui verte l’impianto della difesa: poiché le opere contestate sono di natura transitoria, risulterebbero compatibili con le destinazioni richieste. Tant’è che il Brescia, approfittando della sosta del campionato e di un possibile ritiro fuori città, smonterà gli spogliatoi entro la fine del mese. Rompere con Torbole è il piano B cui Cellino non vorrebbe dover arrivare. «Speriamo si usi il buonsenso, parliamo di aspetti procedurali che lasciano spazio a interpretazioni», dicono i legali del presidente, confermando il quadro di incertezza ma confidando di uscire dal labirinto per poter poi posare la prima pietra: lo stralcio alla variante del Pgt, che rendeva privata l’area, è stato pubblicato dalla Regione il 5 dicembre. Il club ha pronta la relazione tecnica da presentare al Comune circa la liceità del suo modus operandi. Dovesse risultare convincente, si potrebbe trovare un accordo (tra le ipotesi, anche una multa). Così non fosse, si riaprirebbero tutti gli scenari. Inclusa una fuga, che vorrebbe evitare pure il sindaco Roberta Sisti.