Spray urticante anche a scuola I casi a Brescia
«Progettato» per difendersi da un’aggressione, uno scippo o una tentata violenza, è legale e costa poco. Capita le mamme lo infilino negli zainetti delle figlie, perché non si sa mai. Ma poi succede che impazzi «la moda» di scatenare il panico, magari durante una festa, un concerto (vedi il dramma di venerdì nella discoteca in provincia di Ancona), e persino a scuola: spruzzando spray al peperoncino. È successo anche a Brescia. L’ultimo caso un paio di settimane fa, quando sei studenti tra i 15 e i 16 anni sono rimasti intossicati proprio a causa di una «spruzzata» pare accidentale partita dalla bomboletta di un’alunna del liceo sportivo Brera: per fortuna solo lievi conseguenze. In giugno, il panico si scatenò a Moniga, in una scuola elementare: un ragazzino di soli 10 anni portò uno spray al peperoncino e per mostrarlo ai compagni lo spruzzò in aria. Cinque compagne tra i 9 e i 10 anni rimasero intossicate. All’inizio di marzo, invece, il bilancio diceva di ben sedici ragazzi intossicati, in una classe dell’istituto tecnico Abba-Ballini. Sembra che all’improvviso la bomboletta di una compagna (gliel’avevano data i genitori come strumento di autodifesa in caso di necessità) sia stata azionata. «Uno scherzo che ha superato il limite», commentò la dirigente scolastica. Pochi giorni dopo, di nuovo. Al supermercato Esselunga di via Milano un giovane entrò e spruzzò lo spray al peperoncino scatenando una serie di malesseri tra clienti e personale: in 14 sono stati medicati, evacuato il punto vendita. (m.rod.)