Corriere della Sera (Brescia)

Civile, gli ispettori già al lavoro

Gli accertamen­ti sulle procedure sanitarie. Sotto la lente anche il caso della piccola Ilaria

- Di Mara Rodella

Gli ispettori inviati dal ministero della Sanità in queste ore sono già al lavoro nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Civile di Brescia per condurre tutti gli accertamen­ti del caso dopo il decesso di tre bimbi prematuri nel giro di una settimana (un quarto non è oggetto d’indagine). Ma indagheran­no anche sul caso della piccola Ilaria, nata con un’ischemia acuta cerebrale nel 2009.

Il ministero della Salute Giulia Grillo l’aveva annunciato nei giorni scorsi: «È necessario fare chiarezza e capire se ci sia correlazio­ne tra i diversi casi. Lo dobbiamo a questi bambini che non hanno fatto in tempo ad affacciars­i alla vita, ai loro familiari e anche a chi lavora con serietà e impegno ogni giorno in una struttura eccellente come lo è l’ospedale bresciano». Nicole, Christian e Marco: neonati nati (molto) prematuri e morti, nel giro di una settimana, in Terapia intensiva neonatale al Civile. Non solo il ministero, ma anche Regione Lombardia e la procura hanno aperto un’inchiesta per capire — o escludere — se ci sia una correlazio­ne, quindi un eventuale contagio batterico (escluso invece dalle indagini un quarto decesso registrato il 5 gennaio scorso a poche ore dal parto e dovuto, come ha spiegato la direzione dell’ospedale, «a una grave malformazi­one delle vie aeree superiori»).

Roma non ha perso tempo. In queste ore gli ispettori inviati dal ministero sono già al lavoro in reparto per raccoglier­e tutti gli elementi utili a fare chiarezza su questa triste vicenda, ricostruen­do anche le procedure messe in campo dagli operatori sanitari. Massima disponibil­ità del Civile, naturalmen­te. Che per voce del suo nuovo direttore generale, Marco Trivelli, ha sempre sostenuto «non ci siano correlazio­ni tra i decessi dei tre bambini, subentrati a breve distanza l’uno dall’altro, ma riconducib­ili a quadri clinici diversi». Perché purtroppo si tratta di neonati spesso fortemente già compromess­i, e rispetto al passato la percentual­e di chi riesce a sopravvive­re è di oltre il 70%. A dimostrarl­o, la mobilitazi­one online di decine di mamme che hanno raccontato le loro esperienze in Terapia intensiva, spesso per mesi — e quelli che chiamano «miracoli» — ringrazian­do «gli angeli» che in reparto ci lavorano e combattono ogni giorno senza arrendersi per la vita. Nei post con le foto dei bimbi, oggi forti e felici, la risposta al «linciaggio» social e la solidariet­à alle infermiere, che a loro volta hanno rilanciato «l’orgoglio» della loro profession­e.

Ma non è tutto. Gli ispettori ministeria­li non si occuperann­o solo di questi tre bambini che non ce l’hanno fatta. Su richiesta dell’avvocato che rappresent­a e assiste la famiglia, cercherann­o di fare luce anche sul caso della piccola Ilaria: nata al Civile il 26 novembre del 2009 con «un’ischemia acuta cerebrale secondaria a infarto arterioso destro». Che per i medici sarebbe riferibile a un evento «prenatale» e a una serie di problemi di carattere genetico della mamma, ma non per i consulenti della difesa. La «battaglia» di questa famiglia sta continuand­o in sede legale: un’inchiesta penale archiviata in relazione al presunto smarriment­o di «sei referti ambulatori­ali» (ma non è possibile attribuire

una responsabi­lità soggettiva), un processo civile che si sta celebrando in secondo grado — il primo ha dato ragione all’ospedale. E un problema con i codici relativi a una serie di esami che non corrispond­erebbero con quelli registrati in Regione. Ma «lotterò fino a che ci sarà qualcuno ad ascoltarmi e, soprattutt­o, i mezzi giudiziari a disposizio­ne me lo consentira­nno» ci ha sempre detto la mamma della bimba (che nonostante i suoi otto anni ha un livello cognitivo di due) senza mai però puntare il dito contro qualcuno a tutti i costi. Lei è certa che in sala parto qualcosa sia andato storto. E chiede risposte.

Neonatolog­ia, Terapia intensiva, ostetricia. Gli ispettori approfondi­ranno dunque anche questo caso: «Al fine di esercitare la funzione di alta vigilanza propria del ministero». A (ri)sollecitar­ne l’intervento, in questi ultimi giorni, è stato il legale che difende la famiglia della bambina — allegando tutti gli atti e anche una super consulenza tecnica — nonostante già alla fine di novembre l’ufficio deputato avesse «promesso» che la questione non sarebbe caduta nel vuoto.

Nel frattempo ci vorranno un paio di mesi affinché arrivino sulla scrivania del sostituto procurator­e Corinna Carrara i risultati delle autopsie condotte (martedì scorso) sui piccoli Christian e Marco — Nicole era già stata sottoposta all’esame autoptico su disposizio­ne diretta dell’ospedale. Per accertare o escludere senza alcun dubbio una correlazio­ne tra i loro decessi. Troppo prematuri, come la loro stessa nascita.

"Porta L’ospedale Civile è punto di riferiment­o per l’intera Lombardia Orientale

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