Corriere della Sera (Brescia)

Leucemia nei bimbi: si salva il 94%

E la rete d’assistenza è sempre più ampia

- Di Lilina Golia

Leucemia linfoblast­ica acuta nei bambini: la sopravvive­nza dal 71% è passata al 94. Un traguardo raggiunto con soddisfazi­one e evidenziat­o da Fulvio Porta, responsabi­le del reparto di Oncoematol­ogia pediatrica dell’ospedale Civile di Brescia. Il reparto tiene anche contatti con tutti i pediatri e i vari primari: dell’importanza della rete di assistenza si parlerà domani in un convegno.

«Quando ho iniziato ad occuparmi di bambini con leucemia linfoblast­ica acuta, la malattia oncoematol­ogica più diffusa tra i più piccoli, la sopravvive­nza era al 71%. Oggi arriviamo al 94%».

Un traguardo raggiunto con soddisfazi­one e evidenziat­o da Fulvio Porta, responsabi­le del reparto di Oncoematol­ogia pediatrica dell’ospedale Civile di Brescia. È segno del progresso della ricerca scientific­a e delle terapie, ma anche frutto di un’assistenza sempre più attenta verso piccoli pazienti, bisognosi di particolar­i cure. «Da tempo, sotto la guida dall’ AIEOP, l’Associazio­ne italiana di ematologia e oncologia pediatrica, vengono messi a punto protocolli nazionali di diagnosi e cura — costanteme­nte aggiornati — che diventano una garanzia per i bambini e anche per le loro famiglie». Un tassello fondamenta­le nella rete realizzata in tutto il Paese e ancor più ramificata a livello territoria­le.

«Siamo partiti dalla filosofia del professor Burgio secondo cui non devono essere i bambini – e le famiglie – ad andare in cerca di un ospedale per curarsi, ma deve essere la terapia ad avvicinars­i al paziente». E così, se le strutture ospedalier­e più attrezzate restano il riferiment­o principale, quelle a dimensioni più contenute restano un punto di appoggio fondamenta­le per una serie di esami e per la somministr­azione di alcune terapie. «L’ospedale Civile è riferiment­o per la Lombardia Orientale, ma siamo in contatto con tutti i pediatri di libera scelta e con tutti i primari dei reparti pediatrici che abbiano in carico un paziente oncologico per seguire da vicino ogni bambino». Una rete fitta, costituita anche da personale infermieri­stico e specialist­i, biologi e psicologi che domani si troveranno a convegno, «Navigando nello stesso mare», nell’aula Montini del Civile per fare il punto sui casi clinici, ma anche per capire come migliorare ulteriorme­nte la rete di assistenza. Attualment­e sono 250 i bambini che fanno riferiment­o al day hospital dell’Oncoematol­ogia pediatrica del Civile e tra le cure possibili, con una considerev­ole percentual­e di riuscita, c’è anche il trapianto di cellule staminali. «Nell’ultimo anno abbiamo eseguito 25 trapianti. La metà dei bambini era di Brescia. L’altra metà arrivava da altre città. Un bimbo addirittur­a dal Venezuela. Abbiamo convenzion­i per le cure con 12 Paesi del mondo». Ricerca, diagnosi cure. Ma c’è un perno fondamenta­le nell’attività di assistenza che è rappresent­ato dall’Associazio­ne bambino Emopatico. «L’Abe ha messo a disposizio­ne fondi per l’assunzione di medici e psicologi per potenziare il reparto, ma anche realizzato 7 case di accoglienz­a che vengono messe a disposizio­ne dei bambini e dei familiari non bresciani che devono essere seguiti dopo il trapianto o per la chemiotera­pia che in alcuni casi può durare a lungo». Il bambino e la sua vita al centro di tutto.

«Riusciamo a far trascorrer­e ai piccoli il 70% del tempo a casa, con tutte le precauzion­i necessarie e l’assistenza domiciliar­e, garantita, sempre grazie all’Abe, 24 ore su 24». Al convegno di domani porterà la sua esperienza anche Luciana Corapi, presidente dell’Associazio­ne che da oltre 30 anni accompagna il cammino del reparto di Onocoemato­logia pediatrica, offrendo un solido appoggio anche a mamme e papà con i quali «l’alleanza terapeutic­a diventa fondamenta­le per seguire il percorso di cura. Durante il convegno ci interroghe­remo anche su come mantenere lo staff creato dall’Abe e su quali distanze ci siano ancora da colmare tra le maglie della rete».

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