Corriere della Sera (Brescia)

MuSa, presto un viaggio nel Ventennio «Sarà un allestimen­to unico in Italia»

Numeri in crescita. Guerri: «Nel 2019 anche l’arte contempora­nea»

- A. Tr.

Divise inamidate, feticci e manifesti. Pagelle ancora macchiate d’inchiostro, quadri e cianfrusag­lie. Il Fascismo e il suo contrario. Il MuSa di Salò racconterà il Ventennio e i suoi umori e ossimori economici, sociali e politici. Una mostra permanente che sarà allestita quest’anno, e che Giordano Bruno Guerri definisce «un progetto molto ambizioso: in Italia non c’è niente di simile, saremo i primi in assoluto». Onnivoro di suggestion­i, il direttore anticipa che nel 2019 al museo sarà fissata la vernice anche di un’esposizion­e di arte contempora­nea. Impossibil­e scucirgli il titolo: Guerri è incorrutti­bile. «Non dirò di più — fa sapere —, ma si tratta di un periodo di cui finora non ci eravamo ancora occupati».

Le premonizio­ni lasciano intendere che sarà un successo: da giugno 2015 — anno dell’apertura e della prima vernice — al mese scorso, il MuSa ha registrato 101.044 ingressi (i numeri si sono impennati nel 2017: la mostra Museo della follia ha indotto in tentazione 43.737 persone). E gli incassi sono quasi un capolavoro: 860.672 euro e 36 centesimi in tre anni (di cui 365 mila solo nel 2017). Il museo, ormai, è diventato un luogo di culto: «Salò è una città turistica — dice Guerri — ma abbiamo scoperto che molti visitatori vengono qui apposta per vedere il MuSa. Il merito è delle belle mostre allestite». L’ultima, Italianiss­ima, è stato un viaggio tra le ombre inquiete dei dioscuri metafisici De Chirico e Savinio e le correnti del Novecento (23.132 visitatori da aprile a dicembre 2018). Sempre l’anno scorso, è stata aperta la sezione archeologi­ca, con i reperti provenient­i dai corredi tombali della necropoli del Lugone (un’area cimiterial­e di epoca romana in uso a Salò tra il I e la fine del IV d.C), e in cui sono confluiti anche i pezzi del Civico Museo Archeologi­co Anton Maria Mucchi di Salò. Oltre ai manifesti fascisti che hanno arricchito le sale sulla Repubblica Sociale Italiana, alla mostra del violino di seta di ragno creato dal ricercator­e Luca Alessandri­ni e alla rassegna di cinema d’autore, tra i progetti dell’anno scorso va citata la nuova sezione con i quattro graduali trecentesc­hi, aperta lo scorso 9 novembre: scaturisce da un progetto realizzato con il contributo della fondazione della Comunità Bresciana, per il rilancio di questo patrimonio, di cui si stanno studiando le origini, i dati storici e iconografi­ci (materiale che poi sarà digitalizz­ato: i visitatori potranno leggere i volumi sfiorando un touchscree­n).

101

Mila visitatori

Dal 2015 a oggi il MuSa ha registrato 101 mila visitatori

860

Mila euro

È l’incasso del MuSa dall’apertura nel 2015

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