L’«Iliade» secondo Corrado D’Elia
«In un tempo in cui si reputano eroi persone che non valgono nulla, è necessario raccontare le gesta di grandi uomini, modelli alti da cui prendere esempio». Corrado D’Elia è in scena da stasera al Teatro Alta Luce con «Iliade», il suo nuovo monologo tratto dall’opera di Omero, una riscrittura dal forte impatto emotivo, uno dei suoi «album» più appassionati (Alzaia Naviglio Grande 192, ore 21, 20 + tessera 2 euro. Date: 11-13/18-20 /25 e 27 gennaio). Sul palco dieci capitoli, o meglio «dieci stanze» come le chiama l’attore, «intimi spazi dove tra un silenzio e l’altro c’è il tempo per riflettere e meditare». In forma rigorosamente poetica, come l’originale, D’Elia propone dunque la sua riscrittura, pagine da raccontare ad alta voce per mezzo di un moderno cantore che narra il mito e il nostro tempo. «Provengo da studi classici e l’“Iliade” è uno dei libri della mia vita, ma è anche l’archetipo del nostro sentire, il conio da cui ancora oggi muoviamo per immaginare le nostre vite. I sentimenti degli esseri umani non hanno tempo, l’amore e l’odio che Omero cantava quasi 3000 anni fa, le gesta e le passioni di quei grandi uomini sono le stesse di oggi». Uno spettacolo che con la forza delle emozioni riavvolge il filo dell’eterno sentire, nel quale le parole rivelano la loro essenza, l’originario significato. «C’è una bella differenza tra un verso e un twitt!».
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