Uxoricida in fuga, contatti con Tunisi
Salvini, dopo l’appello della madre di Daniela Bani, parla col ministro della Giustizia
Aveva promesso nei giorni scorsi, tramite il Corriere della Sera, alla mamma di Daniela Bani, uccisa dal marito il 22 settembre 2014, di contattare il governo della Tunisia, dove l’uxoricida ha trovato rifugio dopo l’omicidio. «Settimana prossima solleverò il caso ufficialmente davanti al governo tunisino» aveva promesso Salvini. Ma l’intervento è stato più immediato di quanto promesso: «Il caso è stato sollevato davanti al ministro della Giustizia di Tunisi» ha fatto sapere Salvini.
Lo aveva promesso. E non ha perso tempo davvero. La faccenda, adesso, si sta muovendo a livello diplomatico: dopo le sentenze, le domande senza risposta, i messaggi «criptati» che arrivano oltreconfine e a volte cedono il passo alla paura. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha nuovamente alzato il telefono per occuparsi dell’omicidio di Daniela Bani: uccisa a 30 anni nella sua casa di Palazzolo con una trentina di coltellate il 22 settembre del 2014 dal marito Mootaz Chaambi, origini tunisine, scappato in patria dopo il massacro imbarcandosi su un volo di sola andata da Malpensa. Chiamò i suoceri: «Andate a casa, ma senza i bambini. La troverete in camera da letto».
È stata mamma Giusy a lanciare il suo grido di dolore direttamente alle istituzioni italiane tramite il Corriere della Sera: «Mi aiuti caro ministro, quell’uomo deve andare in carcere e scontare la pena». Una richiesta che non ha lasciato indifferente Salvini. Il quale, dopo aver assicurato a mamma Giusy che «la vicenda di tua figlia non mi lascia affatto indifferente» e che sarebbe stato «mio dovere intervenire», dopo aver allertato l’ambasciatore italiano a Tunisi e promesso un contatto imminente con il governo tunisino, è passato ai fatti. «Come promesso, abbiamo sollevato ufficialmente il caso dell’assassino latitante della signora Daniela Bani con il governo tunisino, in particolare con il suo ministro della Giustizia». Non solo. «Continuerò a seguire la vicenda con attenzione» aggiunge Matteo Salvini.
Emozionata e commossa mamma Giusy, che da sempre si batte per i diritti delle vittime di crimini violenti, e dedica la sua vita a crescere gli adorati nipoti rimasti orfani: Youssef, 11 anni, e Reyen, 8. Il più grande era in casa, quando a mamma Daniela fu strappata la vita. Era nella sua camera: il padre andò da lui, alzò il volume della tv e gli disse di non preoccuparsi, prima di chiudere la porta a chiave. E raggiungere la camera matrimoniale. Una volta finito, prese il suo ragazzo e lo lasciò da un amico prima di sparire. Lui, Youssef, si sente persino in colpa, per non aver salvato la sua mamma. Ma no, che non è colpa sua. Il fratellino, quel maledetto giorno, quando nel cortile di casa, dove vivono anche i nonni, vide il dispiegamento di forze dell’ordine e telecamere, tornato dall’asilo chiese all’adorata nonna Giusy se stessero girando un film. No, purtroppo. Quei bambini, adesso, di cognome fanno semplicemente «Bani», come quella mamma alla quale chiedono di proteggerli da lassù. Sempre.