Corriere della Sera (Brescia)

Germani-Venezia Bisogna rialzarsi

Alle 20 attende Venezia Va fermata l’emorragia

- di Bertelli e Zanardini

Questa sera alle 20 la Germani attende il Venezia: ci vuole una prova di forza e di carattere per rialzarsi e centrare gli obiettivi di lungo periodo. La società fa appello ai tifosi: stateci vicino.

Venezia gioca per un obiettivo a breve termine: deve vincere per arrivare seconda al termine del girone d’andata e garantirsi un tabellone migliore in Coppa Italia. Alla Germani sono rimasti invece solo i traguardi a lungo raggio. Dove il plurale racchiude sia la salvezza sia il tentativo di poter rientrare in lotta per i play off dopo aver mancato, con un turno d’anticipo, l’ingresso nelle migliori otto che andranno tra un mese a Firenze a contenders­i il secondo trofeo della stagione. Il primo, la Supercoppa, vide ai nastri di partenza anche la squadra di Diana ma quell’adrenalina positiva adesso va ricreata. Già stasera, alle 20 (ennesimo orario bizzarro deciso dalla Legabasket), anche se il pronostico e le sensazioni non inducono all’ottimismo. Di fronte c’è la seconda migliore squadra del campionato, abile a consolidar­si ad alto livello negli ultimi 4 anni: è sempre arrivata in semifinale, nel 2017 si è presa persino lo scudetto. E quest’estate ha ritoccato senza stravolger­e, da sempre la strategia più opportuna come sanno bene anche a Brescia, inserendo Daye, Washington e due italianche erano assai graditi pure alla Germani (Giuri e Mazzola, insieme a loro c’è anche Biligha che fu vicino a ottobre).

La Germani se la passa male e non è più una novità: preoccupa la classifica, ferma dal 22 dicembre a quota 10 punti: le sconfitte consecutiv­e sono state tre. La condizione del gruppo, a corto di certezze diVa fensive e trascinato in attacco dall’ultimo arrivato Cunningham, non aiuta a rinfrancar­e il morale. Già ridotte le rotazioni, con l’uscita di Allen e l’infortunio di Vitali, un altro pezzo se ne è andato con l’addio di Mika. Laquintana, unico play rimasto, ha passato la settimana a letto con la febbre. Diana avrà una squadra incerottat­a, che non dovrà però fare rima con sfiduciata.

rialzata la testa. La stagione resta aperta a qualunque esito, positivo e negativo: le rimonte furiose di Trento (che eliminò proprio Venezia in semifinale la scorsa primavera) e Varese (passata in un girone dalla possibile retrocessi­one ai quarti play off ) sono gli ultimi esempi di una lunga lista di ribaltoni nel basket italiano. Vero è che in questa situazione, fisica e psicologic­a, guardare troppo avanti può essere nocivo. Ma è ancora tutto nelle mani del gruppo. Serve però andare oltre al compitino e dimostrare di non aver paura. Di Venezia, dei fantasmi, di se stessi.

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