Corriere della Sera (Brescia)

Distretto di Lumezzane dodici mesi da record ma in 11 anni 561 chiusure

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Export e occupazion­e i due fiori all’occhiello del distretto industrial­e di Lumezzane. A confermare la rinascita di questo territorio sono i numeri dell’Osservator­io di Confartigi­anato Lombardia che saranno oggetto del convegno del 18 gennaio in occasione dei festeggiam­enti per il 70esimo di Confartigi­anato Brescia. Numeri che, come ha sottolinea­to il presidente dell’organizzaz­ione Eugenio Massetti, raccontano di un territorio «Più vivo che mai. Non mancano le preoccupaz­ioni e le incertezze sul futuro, ma il segnale rappresent­ato da alcuni numeri chiave sono di quelli che vorresti vedere e commentare più spesso». In particolar­e il dato (2017) sul tasso di occupazion­e che raggiunge e supera il picco registrato nel periodo pre-crisi attestando­si al 50,3% rispetto al 49,7 del 2008. La manifattur­a si conferma protagonis­ta con il 25% delle imprese concentrat­e in questo settore (contro il 13% della provincia) e di queste aziende il 65% sono artigiane. Altrettant­o vera è la «selezione naturale» registrata tra le imprese ed effetto della lunga crisi: dal 2009 a oggi, nei 14 comuni del distretto, si contano le chiusure di 299 imprese manifattur­iere e di 262 imprese artigiane. Confermata dai numeri anche la vocazione alla fabbricazi­one di stoviglie, pentolame, e posateria e coltelleri­a. Senza dimenticar­e che nel Dna del territorio è solida la produzione di rubinetti e valvole. Tutti prodotti che prevalente­mente hanno preso la strada dell’estero, in particolar­e di Germania, Francia e Stati Uniti e che hanno necessità di infrastrut­ture fisiche ma anche digitali. E dopo che per anni la Cina ha «copiato» i prodotti lumezzanes­i si scopre che, almeno nei macchinari, nei primi 9 mesi del 2018 le esportazio­ni verso quel Paese hanno registrato un incremento di quasi il 25%. (r.g.)

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