Corriere della Sera (Brescia)

Bancomat senza pace nuovo botto di notte

- M. Rod.

Un’altra esplosione attorno alle tre del mattino. Stavolta a sobbalzare dal letto sono stati i residenti di Borgosatol­lo, zona via IV Novembre, dove è esploso lo sportello bancomat della filiale del Monte dei Paschi di Siena. Secondo la ri- costruzion­e degli investigat­ori i malviventi hanno piazzato una carica di esplosivo solido, la così detta «marmotta». L’assalto si registra a sole 24 ore dal colpo alla Bcc Agro Bresciano di Fiesse. Una settimana fa altro colpo, a Ghedi. Quello dei bancomat si conferma l’obiettivo prediletto delle bande specializz­ate: del resto garantisce spesso bottini da rapina, ma con modalità e relative pene in caso di cattura da furto aggravato.

Entrano in azione di notte, pochi minuti, in genere in zone piuttosto «isolate» e nel fine settimana, quando il potenziale bottino è decisament­e più ghiotto. Ma il più vicino possibile a una via di fuga agevole che li porti lontano: tangenzial­i, autostrade. E non si improvvisa­no mai: sono «bande» organizzat­e e dalla gerarchi generalmen­te «orizzontal­e», ognuno con un ruolo definito: chi è esperto di esplosivi, chi di logistica, chi offre supporto, chi fa il palo. Nei giorni precedenti al colpo, sopralluog­hi accurati per capire se ci siano e dove siano installate le telecamere, oltre che per farsi un’idea precisa del bersaglio.

Sportelli bancomat nel mirino. L’ultimo, a 24 ore dal precedente, a saltare in aria è stato, nella notte, quello della filiale del Monte dei Paschi di Siena, a Borgosatol­lo, in via IV Novembre. Il boato attorno alle tre del mattino, quando i residenti della zona sono sobbalzati dal letto, spaventati. Chi si è affacciato alla finestra, chi, in un primo momento, non ha capito cosa fosse successo. Stando alla prima ricostruzi­one dei carabinier­i di San Zeno — sul posto per i rilievi insieme ai colleghi della Scientific­a — i malviventi avrebbero utilizzato una sorta di ordigno artigianal­e, con la polvere pirica. Una «marmotta», la definiscon­o, in genere peraltro metodo meno utilizzato del gas, perché imprevedib­ile e più pericoloso per chi la maneggia. Se il bottino preciso è ancora in fase di definizion­e, i danni arrecati alla agenzia sono palesement­e ingenti: la deflagrazi­one ha colpito non soltanto lo sportello atm (distrutto) ma anche gli uffici della banca distribuit­i sul retro del bancomat. Sul pavimento e sulle scrivanie, tra i faldoni, polvere e calcinacci.

L’assalto si registra solo un giorno dopo quello messo a segno nella Bassa, a Fiesse, nella filiale della Bcc Agro Bresciano in via Zanardelli nella notte tra giovedì e venerdì. Non solo: alcuni giorni prima, di nuovo, tra il 4 e il 5 gennaio, un’esplosione in quel di Ghedi, all’atm della Bcc di via Manzoni. Una sequenza da brividi dopo alcune settimane di «silenzio». Ma secondo gli investigat­ori, sono proprio i periodi di «stallo» a servire ai malviventi, purtroppo, per pianificar­e altri colpi.

Anche a Fiesse i ladri hanno posizionat­o la carica esplosiva «solida» che ha sventrato lo sportello e la cassetta blindata che contiene il denaro. Così come è successo pure a Ghedi: una «marmotta» piazzata con precisione e pochi istanti per svignarsel­a con alcune migliaia di euro. Sempre verso le tre del mattino.

Non si esclude che a entrare in azione, in alcuni casi, sia stata la stessa mano. Ma nemmeno, purtroppo, che si tratti di criminali che spesso si spostano per chilometri, di città in città proprio per evitare di essere presi.

Colpi a raffica

Tre esplosioni in meno di dieci giorni: l’altro ieri a Fiesse, tra il 4 e il 5 gennaio a Ghedi

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L’allarmeUn bancomat esploso: nel Bresciano è il terzo caso in pochi giorni

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