Metano liquido per abbattere le polveri sottili
Da marzo primo distributore in città per i tir, poi secondo impianto a Brescia-Est
La nuova frontiera è il metano liquido: occupa meno spazio di quello tradizionale, che è gassoso, perciò se ne può immagazzinare di più, incrementando di centinaia di chilometri l’autonomia. Il futuro dei Tir sarà sempre più legato a questo combustibile, già adottato dalla tecnologia Iveco e pulito rispetto al gasolio. Una scelta più sostenibile, visto che ricaduta locale delle polveri sottili è molto bassa.
La tecnologia
Il gas portato allo stato liquido garantisce ad un camion autonomia di 1600 chilometri
"Pedretti Il motore abbatte le polveri anche rispetto ad un modello Euro 6 Il sistema va incentivato e il combustibile non va gravato dalle accise
Ecco perché Brescia sta crescendo in questa direzione: oggi esiste solo il distributore di Manerbio, ma entro fine anno ne sorgeranno altri due: uno all’autoparco di BresciaEst, appena fuori dal casello, e l’altro in città. Qui, a fine marzo, è prevista l’inaugurazione di un distributore di metano liquido a poco distanza dal casello di Brescia-Centro, dove si incrociano i 100 mila veicoli che ogni giorno corrono sull’A4 e gli altri 100 mila che si spostano in parallelo sulla tangenziale sud.
I volumi di traffico sono enormi, è vero. Ma una sempre maggiore diffusione di camion con motori alimentati a metano liquido (tecnicamente si chiama Gnl, Gas naturale liquido) potrebbe fare la differenza: «Rispetto ad un camion Euro 6 diesel, il motore a metano liquido emette il 99% in meno di polveri sottili» spiega Maurizio Pedretti, am«non ministratore unico della «Iclam srl», società di Montichiari che detiene parte della Ferlina srl, l’azienda proprietaria dell’impianto di metano liquido in costruzione all’incrocio tra via Borgosatollo e via Morelli, sulla strada che porta alla Poliambulanza e poi in centro a Brescia.
Ma l’impianto non sarà destinato solo ai camion: quattro pompe distribuiranno metano (gassoso, stavolta) per le automobili. «Solo i camion hanno lo spazio sufficiente per un serbatoio criogenico per il metano liquido – spiega Pedretti – e possono permettersi di sostenerne la spesa». L’autonomia stimata di questi mezzi, che già oggi circolano, è di 1.600 chilometri: quasi la distanza tra Londra e Madrid. La competitività è un presupposto essenziale. E se molto dipenderà dalla scelte degli autotrasporti, è pur vero che il sistema «sta in piedi e cresce solo se ci sono gli incentivi e se anche questo governo conferma l’assenza di accise» dice Pedretti.
Che serva una transizione lo dicono i dati dell’Arpa: negli ultimi dieci giorni Rezzato ha superato i limiti già otto volte, al Villaggio Sereno la media è di 50 microgrammi. La città e l’hinterland risentono del traffico che la attraversa: ecco perché bruciare metano è «l’unica tecnologia, tra i combustibili fossili, che riduce del 99% le PM10 rispetto a un motore diesel. Perciò mi auguro che questa tecnologia possa crescere» dice Pedretti. Che a fine marzo inaugurerà l’impianto oggi in costruzione vicino a Brescia-Centro: un mese fa è stato installato il serbatoio cilindrico, alto 18 metri, che diventerà il 25esimo in Italia. Gli impianti più vicini esistono a Manerbio, Verona e Brembate. Poi, a fine 2019, potrebbe sorgere anche all’Autoparco di Brescia-Est: dopo lo stop ai lavori, la società è pronta a ripartire. «Abbiamo riattivato la procedura. Il metano liquido – dice il sindaco di Castenedolo Giambattista Groli – è una scommessa alla quale anche noi crediamo».
I vantaggi sono innegabili, soprattutto per l’inquinamento locale: il problema del metano (CH4), semmai, è di essere un potente gas a effetto serra, con una alta capacità di trattenere il calore. Localmente il metano è un vantaggio, globalmente meno. Ma è un passo avanti.