Muore a 9 mesi Nacque a sole 22 settimane
Il neodirettore del Civile Marco Trivelli: «Un notevole caso di sopravvivenza»
Uno scricciolo, il più piccolo mai visto in reparto, che ha lottato fino alla fine con tutte le (poche) forze che aveva. Dentro e fuori dalla termoculla, a cercare la mano di mamma e papà. Poi una volta a casa. E ancora, attaccato di nuovo a quei tubicini necessari a garantirgli la respirazione e l’idratazione adeguate.
Era nato di soli 450 grammi, alla 22esima settimana di gestazione (con lui una sorellina gemella, già dimessa, il terzo non ce la fece e morì al momento del parto). Una sorta di record. Difficile, all’epoca, ipotizzare avrebbe resistito per nove, lunghissimi e difficilissimi mesi. Il suo cuore si è arreso nel reparto di Rianimazione pediatrica del Civile, dove era ricoverato da circa tre settimane. La causa: una grave immaturità polmonare e cardiocircolatoria da prematurità estrema».
A lungo, con la sorella, era stato ricoverato in Terapia intensiva neonatale. Ed è proprio lì che anche lui, nel luglio scorso, come altri nove piccoli, aveva contratto l’infezione dal batterio Serratia Marcescens, debellato grazie alla terapia antibiotica. Ma la sua morte, con questo contagio, presenta alcuna correlazione», mettono in chiaro i vertici del Civile. Dimesso dalla Terapia intensiva neonatale alcune settimane fa (era già capitato anche in precedenza) era rientrato in Rianimazione pediatrica nei giorni scorsi, «per il peggioramento dell’insufficienza cardio-respiratoria» fa sapere la direzione dell’ospedale. I genitori «erano informati e consapevoli dello stato di estrema gravità in cui versava negli ultimi giorni il bimbo». Ed è a loro che va la vicinanza non solo di tutta l’equipe medica a sanitaria che si è presa cura del bimbo, ma anche del neodirettore generale dell’ospedale, Marco Trivelli: «La loro presenza in reparto ha reso tanti del nostro ospedale partecipi del loro dramma e in questo momento sono addolorati. Le nostre, e le mie in particolare, condoglianze». Ma viste le re- centi vicende — la morte di quattro bimbi prematuri nel giro di una settimana a causa di un’infezione batterica e gli accertamenti disposti anche dalla procura in tre casi — il direttore ritiene «importante» sottolineare che «non solo non vi è alcun nesso, per causa e reparto, con i decessi avvenuti in questi primi giorni dell’anno, ma anche che si tratta di un caso comunque veramente notevole di sopravvivenza». Perché «le statistiche dei neonati pre-termine considerano come soglia minima per la misurazione della sopravvivenza la 23esima settimana, ritenendola impossibile al di sotto di questa soglia e che la mortalità per i neonati sotto i mille grammi di peso oscilla tra il 70% e l’85% nei Paesi sviluppati». Uno scricciolo che ha battuto ogni record.