Non piove, laghi e fiumi sono vuoti «L’agricoltura così è compromessa»
La scarsità di precipitazioni preoccupa gli agricoltori: il lago d’Iseo, riserva d’acqua per la pianura bresciana e bergamasca, è per un terzo vuoto. Lo zero idrometrico, che è un livello artificiale che fa da «ago della bilancia», è drammaticamente più basso della media: misura 15 centimetri, quando storicamente il Sebino segna in questo periodo 58,4 centimetri. La siccità si palesa come un sogno oscuro, soprattutto per quest’estate: poca neve sulle Alpi significa che i mesi caldi non regaleranno laghi gonfi e fiumi pieni a sufficienza.
«La mancanza di precipitazioni rischia di compromettere colture come grano e mais che sono alla base dell’alimentazione di mucche e vitelli» è la nota della Coldiretti. L’associazione rileva un abbassamento critico del livello del Po, che risulta «sotto di 3,5 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Soffre anche il lago di Como mentre tiene il Garda, che risulta 20 centimetri più alto del solito, ma di solito è sempre stato meno deficitario rispetto ai bacini più piccoli. Però l’inverno è ancora lungo e l’assenza di precipitazioni preoccupa la pianura. A Orzinuovi, i campi agricoli sono rimasti asciutti: a dicembre ha piovuto solo tre giorni. E mai oltre i sette millimetri. Le ultime precipitazioni consistenti risalgono al 5 di novembre (25,4 mm), segno che quando l’acqua arriva è spesso rovinosa: basti pensare alla sera del 29 ottobre, in 24 ore si riversarono al suolo 68 millimetri, ossia l’acqua caduta in tutto il mese di novembre a Orzinuovi. «La mancanza di precipitazioni è accompagnata al Nord da un’anomalia nelle temperature dopo che l’anno appena trascorso — rileva Coldiretti — lungo la Penisola è stato il più caldo dal 1800 ad oggi».
L’Italia ha registrato «un’anomalia di 1.58 gradi sopra la media del periodo di riferimento (1971-2000)». Il cambiamento climatico è ormai realtà. E l’irrigazione di precisione diventerà un passaggio obbligato.