LE LISTE D’ATTESA SONO LO SPECCHIO PIÙ VERITIERO DI COME VA LA SANITÀ
Caro Tedeschi, mi sembra che i media si occupino sempre di casi di malasanità (vera o presunta) e assai meno dei problemi quotidiani di chi deve affrontare i meandri della sanità pubblica o privata: liste d’attesa, centralini che non rispondono, forniture domestiche che non arrivano puntuali. Non le pare?
Un paziente impaziente Gentile lettore che sceglie un simpatico nom de plume, lei ha torto e ha ragione. Ha torto nel ritenere che i giornali non si occupino dei disservizi sanitari quotidiani. Le varie testate (e il Corriere della Sera per primo) ne scrivono, ma ahimè non basta un articolo o un’inchiesta a modificare la situazione. Ha ragione invece nel segnalare i disservizi che logorano la pazienza del paziente e spiegano dove sta andando il nostro sistema sanitario. In violazione consapevole dei miei diritti alla privacy (prendetela come un’obiezione di coscienza) dichiaro che il sottoscritto, pur non avendo mai impugnando una racchetta, soffre del «gomito del tennista». Una tendinite, insomma. Per accertarne la portata uno specialista e il mio medico di base mi prescrivono una ecografia. Tento la via mutualistica: ne ho diritto. Telefono all’ospedale territoriale di riferimento: gentilmente mi segnalano che ci vogliono quattro mesi e mi conviene cercare altrove. Provo in Poliambulanza: oltre due mesi d’attesa, altrove forse si fa più alla svelta. Provo al Civile: dopo venti minuti di attesa (e meno male che ci sono gli abbonamenti a telefonate illimitate...) durante i quali una voce registrata mi avvisa che potrei anche chiamare il centro unico di prenotazione regionale ma che probabilmente non farebbe al caso mio, desisto. Ritento con l’ospedale territoriale chiedendo un’ecografia a pagamento: la cifra è rilevante. Mi ricordo di una struttura privata poco lontana da casa mia: pur a pagamento, costa meno di quella in ospedale. Sogno come lei un ministro o un’assessore alla Salute che si impegni a ridurre a un mese al massimo l’attesa per le visite e gli accertamenti mutualistici di ogni tipo. E sogno centralini che rispondano.