Francesco B. Arnoaldi Avvocato e partigiano
Conosceva a fondo i temi che la Storia racchiude nel rapporto fra la colpa e la pena. Era un uomo di legge, avendo due bussole di vita: la giustizia e la libertà. Francesco Berti Arnoaldi, scomparso la scorsa settimana a Bologna, all’età matura dei patriarchi, fu un avvocato di prestigio e un partigiano di peso. Per anni fu presidente dell’Istituto storico Parri. Fu segretario del Comitato Nazionale di Liberazione. Aveva mantenuto con la nostra città solide amicizie, la più intensa con Mino Martinazzoli. Francesco Berti ha scritto, fra l’altro, un prezioso volume per il Mulino, casa editrice cui collaborava, dedicato alla storia di un compagno di studi finito ad Auschwitz. Si intitolava «In viaggio con l’amico». Con Martinazzoli lo presentarono in mille piazze d’Italia per parlare di resistenza, di Repubblica, di libertà, entrambi ammiratori di Calamandrei, entrambi radicati nei principi fondanti della Costituzione. Quando Martinazzoli morì, sette anni fa, Berti Arnoaldi scrisse una lettera a Brescia. «Continuerò a resistere anche in nome di Mino». Adesso anche per lui è venuto il tempo della resa. Con la memoria grata per chi ha onorato la stagione della vita ed ha tenuto salda la coscienza della storia collettiva.