Guerra senza quartiere fra le palme del lago di Garda
Come da definizione è bella ed eterea nei suoi movimenti. Ali di ragguardevoli dimensioni (9-11 cm), le anteriori di colore marrone olivastro e le posteriori con vistose macchie nere e bianche, ma la farfalla Phaisandisia archon, Castnide delle palme, è una vera e propria disgrazia per queste piante. Originaria del Sudamerica da dove è arrivata veicolata da piante infestate, è ormai una presenza costante.
Nel Bresciano, partita nel 2010 da Toscolano Maderno sul lago di Garda, ha trovato vita facile nelle numerose palme che ornano sia i viali pubblici che i giardini privati, attaccando in particolare la varietà Canariensis, la più diffusa. Gli adulti si possono osservare da maggio a novembre con picchi di presenza tra giugno e luglio. A provocare i danni sono le larve, instancabili roditori biancastri lunghi fino ad 8 cm: scavando gallerie all’interno del fusto conferiscono alle piante colpite — molte quelle destinate a soccombere — «un aspetto disordinato dovuto alle foglie ripiegate, spezzate o mancanti». Per i fitopatologi è organismo nocivo da quarantena ma la normativa non prevede, almeno qui da noi, l’obbligo della lotta, eccezion fatta per i vivai. I costi del trattamento, trattandosi di piante molto alte e vivendo le larve all’interno del fusto spesso molto alto, sono elevati e spingono decisamente a favore della prevenzione: il che vuol dire, come ci ha spiegato Marco Bazzoli, ispettore fitosanitario di Ersaf, che bisogna puntare sulla prevenzione con monitoraggio costante delle piante ed interventi di potatura sia periodici che con tecniche di vera e propria dendrochirurgia attuata da esperti.
Ormai tutta la Riviera gardesana, compresa quella veronese, è interessata dal fenomeno al punto che alcuni comuni (Desenzano e Moniga fra gli altri) hanno reso obbligatoria la lotta. Uno spiraglio, a prescindere dai costi salati dovuti anche alla necessità di utilizzare mezzi meccanici importanti, viene dai risultati positivi riscontrati in questi ultimi tempi con l’utilizzo di nematodi entomopatogeni del genere Steirnema spp che sono in grado di parassitizzare, cibandosene, le larve della Phaisandisia. Ma per farlo occorre letteralmente «docciare» abbondantemente dall’alto le palme in primavera e in autunno utilizzando apposite attrezzature.
Molto importante, infine, il consiglio dell’esperto rivolto ai Comuni: impedire la diffusione del materiale vegetale infetto di risulta e provvedere alla triturazione meccanica dei fusti «pieni» di larve. È il modo migliore per distruggerle.