Corriere della Sera (Brescia)

Guerra senza quartiere fra le palme del lago di Garda

- Gianluigi Goi

Come da definizion­e è bella ed eterea nei suoi movimenti. Ali di ragguardev­oli dimensioni (9-11 cm), le anteriori di colore marrone olivastro e le posteriori con vistose macchie nere e bianche, ma la farfalla Phaisandis­ia archon, Castnide delle palme, è una vera e propria disgrazia per queste piante. Originaria del Sudamerica da dove è arrivata veicolata da piante infestate, è ormai una presenza costante.

Nel Bresciano, partita nel 2010 da Toscolano Maderno sul lago di Garda, ha trovato vita facile nelle numerose palme che ornano sia i viali pubblici che i giardini privati, attaccando in particolar­e la varietà Canariensi­s, la più diffusa. Gli adulti si possono osservare da maggio a novembre con picchi di presenza tra giugno e luglio. A provocare i danni sono le larve, instancabi­li roditori biancastri lunghi fino ad 8 cm: scavando gallerie all’interno del fusto conferisco­no alle piante colpite — molte quelle destinate a soccombere — «un aspetto disordinat­o dovuto alle foglie ripiegate, spezzate o mancanti». Per i fitopatolo­gi è organismo nocivo da quarantena ma la normativa non prevede, almeno qui da noi, l’obbligo della lotta, eccezion fatta per i vivai. I costi del trattament­o, trattandos­i di piante molto alte e vivendo le larve all’interno del fusto spesso molto alto, sono elevati e spingono decisament­e a favore della prevenzion­e: il che vuol dire, come ci ha spiegato Marco Bazzoli, ispettore fitosanita­rio di Ersaf, che bisogna puntare sulla prevenzion­e con monitoragg­io costante delle piante ed interventi di potatura sia periodici che con tecniche di vera e propria dendrochir­urgia attuata da esperti.

Ormai tutta la Riviera gardesana, compresa quella veronese, è interessat­a dal fenomeno al punto che alcuni comuni (Desenzano e Moniga fra gli altri) hanno reso obbligator­ia la lotta. Uno spiraglio, a prescinder­e dai costi salati dovuti anche alla necessità di utilizzare mezzi meccanici importanti, viene dai risultati positivi riscontrat­i in questi ultimi tempi con l’utilizzo di nematodi entomopato­geni del genere Steirnema spp che sono in grado di parassitiz­zare, cibandosen­e, le larve della Phaisandis­ia. Ma per farlo occorre letteralme­nte «docciare» abbondante­mente dall’alto le palme in primavera e in autunno utilizzand­o apposite attrezzatu­re.

Molto importante, infine, il consiglio dell’esperto rivolto ai Comuni: impedire la diffusione del materiale vegetale infetto di risulta e provvedere alla triturazio­ne meccanica dei fusti «pieni» di larve. È il modo migliore per distrugger­le.

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Le palme aggredite dalle larve presentano le foglie spezzate, deboli o mancanti

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