L’Orchestra siamo noi
Mentre in tv va in onda la fiction «La Compagnia del Cigno» debutta la (vera) Filarmonica degli studenti del Conservatorio
Stabile, formata di soli studenti e con un direttore residente. Questi i tratti cardine dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio. Una nuova compagine che nasce a Milano, sabato 19 la prima uscita ufficiale in Sala Verdi, sul podio un maestro affermato e simpatico come Michele Mariotti. A suonare, una settantina di ragazzi e ragazze selezionati con audizioni tra i migliori talenti del Conservatorio, età tra i 15 e i 23 anni. Brillante e impegnativo il programma, la Suite dallo Schiaccianoci di Ciaikovskij e la sinfonia Dal nuovo mondo di Dvorák. «Un progetto unico nei Conservatori italiani, che ho voluto con tutte le mie forze», racconta la direttrice Cristina Frosini. «Per garantire ai nostri studenti quella crescita professionale necessaria, c’era bisogno di costituire un organico non più “a progetto”, come si faceva prima, ma stabile. Dove i musicisti non vanno e vengono, ma chi entra si assume un impegno continuativo. Tre anni di attività musicale sotto la guida di un direttore residente, il maestro Alessandro Bombonati, per costruire quella compattezza di stile e repertorio necessari a una vera orchestra».
Ideata sul modello delle formazioni giovanili e sostenuta dallo sponsor «Che banca», la Sinfonica del Conservatorio vuole garantire ai suoi strumentisti una qualità musicale anche attraverso l’intervento di celebri direttori. Dopo Mariotti, si attende Fabio Luisi (che avrebbe dovuto dirigerla lo scorso 29 novembre in occasione del Concerto Ambrosoli ma ha dovuto rinunciare per gravi ragioni personali) e poi il portoghese Pedro Amaral, specialista in Stockhausen, che li introdurrà alle asperità sonore del compositore tedesco. «L’intento», prosegue Frosini, «è farli alternare in vari tipi di musica, dalla classica alla contemporanea. E la lirica naturalmente. A maggio l’Orchestra sarà al Carcano per un Don Giovanni diretto da Giuseppe Montesano, un nostro ex allievo».
L’idea di crescere insieme e di entrare a far parte di un’orchestra vera è piaciuta tantissimo. «L’entusiasmo è alle stelle. Quando l’adesione è volontaria, si scopre l’orgoglio dell’appartenenza, il piacere di suonare insieme, di ascoltarsi l’un l’altro».
Passioni e emozioni che sembrano trovare specchio in una fiction ad alto tasso di ascolti quale «La compagnia del Cigno». Girata, guardacaso, proprio al Conservatorio di Milano. «Una singolare coincidenza ma nulla più», garantisce Frosini. «Quando ci hanno chiesto di ospitare le riprese, ormai un paio d’anni fa, abbiamo acconsentito volentieri. Nessuno racconta mai dei ragazzi che studiano e amano la classica. Era giusto parlare di loro, mi piaceva l’idea che quelli del film fossero studenti veri, capaci di suonare in presa diretta. Hanno fatto audizioni in vari Conservatori, da noi si sono presentati in 300, ne hanno scelti tre. Per non intralciare i corsi regolari, abbiamo messo a disposizione della troupe solo il chiostro, lo scalone e la sala prove. Per puro caso la nostra orchestra e la Compagnia del Cigno sono nate insieme. Ma una fiction è sempre un falso. “E.R” non rispecchia la vita reale di un ospedale... I veri ragazzi del Conservatorio sono quelli della nostra orchestra».