Corriere della Sera (Brescia)

Il Pianistico e la musica svelata

Grandi della tastiera e contaminaz­ioni: il Pianistico «toglie il velo» a Schumann e Brahms

- di Fabio Larovere a pagina

La musica toglie il velo e tra le figure di Robert Schumann e Johannes Brahms che guardano in direzioni diverse, si indovina un’assenza, quella di Clara Wieck, celebre concertist­a, moglie di Schumann, amata da Brahms.

Cambia veste (grafica) ma non cuore il Festival Pianistico Internazio­nale di Brescia e Bergamo, presentato ieri in Loggia alla presenza di sindaco e vicensinda­co, nonché di presidente e direttore artistico. Giunta alla 56° edizione, la più importante manifestaz­ione classica della città replica la formula consolidat­a di affiancare grandi stelle del concertism­o a giovani promesse, ma apre anche alla contaminaz­ione, ed ha per titolo La musica velata. Schumann e Brahms. Oltre 50 i concerti in calendario tra le due sedi: 15 a Brescia tra Teatro Grande, San Barnaba e chiesa di san Francesco (dove il 28 maggio avrà luogo il consueto omaggio alle vittime di piazza Loggia); tre appuntamen­ti si terranno nel salone Da Cemmo del Conservato­rio, con giovani talenti dell’istituto cittadino, altrettant­i nel chiostro del Museo diocesano, due dei quali in collaboraz­ione con Musica con le ali. «Schumann e Brahms non sono certo nuovi per chi ama la classica e per manifestaz­ioni come la nostra — ha detto il direttore artistico Pier Carlo Orizio —, ma c’è sempre una nuova generazion­e che ascolterà i loro capolavori per la prima volta ed è nostro dovere renderli loro familiari». Il titolo del Festival allude a un’affermazio­ne di Schumann a proposito della musica pianistica dell’allora giovane Brahms (siamo nel 1853): «Del pianoforte faceva un’orchestra di voci, ora lamentose, ora esultanti di gioia; erano Sonate o piuttosto Sinfonie velate». A Brescia si inaugura il 16 aprile con Ein deutsches Requiem di Brahms con la Basel Symphony Orchestra e il Coro della Mdr di Lipsia diretti da Marek Janowski. Tra le orchestre spicca la Royal Philharmon­ic diretta da Orizio il 10 maggio, con il Concerto per pianoforte n.1 di Brahms, con solista Alexander Romanovsky. Il 23 maggio arriva la Budapest Festival Orchestra diretta da Ivan Fischer, al pianoforte infatti Emanuel Ax. Tra i grandi pianisti, anche Arcadi Volodos, il 29 maggio a Brescia, e l’immancabil­e Grigory Sokolov, (26 aprile).

A proposito di contaminaz­ione, il 12 maggio al Grande suona il violinista Roby lakatos, ribattezza­to «l’archetto del diavolo»: insieme alla Zagreb Philarmoni­c Orchestra spazia da Brahms alla gipsy fusion. Evento eccezional­e il 16 maggio (solo a Bergamo, però): sul palco del Creberg Teatro Stefano Bollani esegue Gershwin con l’orchestra Filarmonic­a di Bologna (posti sono riservati agli abbonati bresciani). Tra i pianisti italiani in cartellone, Alessandro Taverna (3 maggio) e Giuseppe Albanese (21 maggio), mentre non mancano i giovanissi­mi come l’appena undicenne russa Alexandra Dovgan (17 maggio), segnalata da Sokolov e già esibitasi con Gergiev, nonché George Li (23 aprile).La Filarmonic­a del Festival si esibisce il 30 aprile con solista Fabio Piemontesi, mentre la Belgian National Orchestra è in calendario il 6 maggio con solista Sunwook Kim. Info: festivalpi­anistico.it.

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Nomi cult Da sinistra, alcuni ospiti del festival pianistico di Brescia e Bergamo: Roby lakatos e i pianisti di fama Alexander Romanovsky e Arcadi Volodos. Sotto, Pier Carlo Orizio
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