Giustina al Consiglio superiore di sanità
L’endocrinologo, fino al 2016 al Civile e alla Statale, nominato dal ministro Grillo
Il professor Andrea Giustina, ordinario di Endocrinologia e Malattie del metabolismo all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, fino al 2016 all’Università di Brescia e agli Spedali Civili, è tra i trenta membri nominati dal ministro Grillo al Consiglio superiore di sanità. «Cercheremo di essere utili per il ministro — assicura il professore che porterà un po’ di Brescia con sé — : ci muoveremo per consigliare tutto ciò che è più giusto per il Paese».
Il rapporto tra inquinamento e malattie «è un aspetto di salute pubblica estremamente importante. Se il ministro (Giulia Grillo, ndr) lo porrà tra i quesiti, sarò ben lieto di dare il mio contributo». A spiegarlo è il professor Andrea Giustina, ordinario di Endocrinologia e Malattie del metabolismo all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Fino al 2016 questo medico ha lavorato per l’Università di Brescia e gli Spedali Civili e ora il suo nome compare tra i 30 membri che andranno a formare il Consiglio superiore di sanità.
Come vive questa nomina? «È una grande soddisfazione. Ora porterò le mie competenze nel Consiglio, che è un organo consultivo per il ministro. Saremo chiamati a pronunciarci sulle priorità e l’agenda stabilita dal ministro, ma ci sono diverse commissioni che lavorano su temi specifici».
Lei ha pubblicato anche su Lancet, vero?
«Risale a quasi vent’anni fa. È una delle tante cose di successo fatte a Brescia. Avevamo lavorato molto con Gussago e la cardiologia. Studiavamo l’effetto dell’ormone della crescita sul cuore e il problema dello scompenso cardiaco».
La sua carriera l’ha costruita a Brescia?
«Sì, sono entrato in Università nel ’91, sono stato associato, ordinario prima di Medicina interna e poi di Endocrinologia. Quello che sono diventato è merito di Brescia, dove ho avuto la fortuna di lavorare con tre rettori. Soprattutto Augusto Preti, che mi ha trasmesso il senso delle istituzioni, e Sergio Pecorelli, che mi ha lasciato la passione e l’entusiasmo per questo lavoro».
Poi a fine 2016 è andato al San Raffaele.
«Sì, ma Brescia è una realtà a cui sono sempre legato. E il Civile è un ospedale eccellente. Vi lavorano grandi specialisti come Marco Metra, che è tra i migliori cardiologi italiani».
Gli studi dell’Università di Brescia dimostrano che all’aumentare delle polveri sottili crescono i ricoveri per problemi cardiorespiratori. In generale, nella società, non c’è una sottovalutazione dell’inquinamento?
«L’Unione europea e tanti governi sono molti attenti a questi temi. Non è solo que-
"Entreremo nel merito delle questioni, non faremo politica Daremo consigli
"Ciò che sono oggi è merito delle eccellenze con cui ho lavorato in Università e al Civile
stione di smog, ma di inquinamento ambientale: dall’uso di certe sostanze in agricoltura fino ai problemi specifici dell’industria».
È giusto dire che gli inquinanti hanno una capacità di ossidazione delle cellule?
«Sì, il ragionamento è centrato. È tutta un’area dove l’Endocrinologia è coinvolta. Ma se il ministro porrà questi temi tra i quesiti, sarò ben lieto di dare il mio contributo».
Lei oggi è direttore dell’Endocrinologia del S. Raffaele.
«Sì. E mi occupo anche di malattie dell’ipofisi e del metabolismo osseo. A maggio diventerò presidente della Società europea di Endocrinologia».
Ora è stato nominato nel Consiglio superiore di sanità. Spera che da parte del governo non ci siano più titubanze sulla validità e la centralità dei vaccini?
«Mi sembra che il ministro sia una persona forte, con una grande motivazione a lavorare bene. Ho molta fiducia. E noi, membri del Consiglio, cercheremo di essere utili. Entreremo nel merito delle questioni, non della politica. Ci muoveremo per consigliarle ciò che è giusto per lei, ma soprattutto per il Paese». Insomma, il primato della scienza è quello riconosciuto dal docente del San Raffaele.
In questo senso fa invece discutere la scelta di nominare nel Consiglio superiore di sanità Camillo Ricordi. È stata Giulia Grillo a scegliere questo professore di Chirurgia e medicina dei trapianti cellulari dell’Università di Miami. Lo stesso che, nel 2013, si pronunciò a favore del Metodo «Stamina» di Davide Vannoni, aprendo alla possibilità di una sua sperimentazione nei laboratori di Miami. Il metodo, applicato nel 2011-12 agli Spedali Civili di Brescia, fu silurato dall’Istituto superiore di sanità per le sue evidenti «falle» scientifiche. Ma non va dimenticato che l’intero parlamento fu ad un passo dall’approvazione legislativa di questo metodo, poi bocciato.