Corriere della Sera (Brescia)

Critica il sindaco su Facebook Lui la denuncia: «Insulti virali»

Il primo cittadino non ha accettato le scuse della donna: il paese è con me

- Andrea Camurani

VARESE «Mio marito ha chiamato un amico col trattore per far via la neve in via Monte Tabor. Spero non trovi il sindaco in piazza altrimenti stavolta vado a trovarlo in carcere». Una battuta, magari di pessimo gusto e inopportun­a, della quale fino a qualche anno fa non sarebbe rimasta traccia, anche se pronunciat­a in pubblico, al mercato o al bar. Il punto è che una concittadi­na del sindaco, questa frase l’ha scritta su Facebook in una bacheca virtuale ma visibile a tutti dopo l’ultima nevicata che ha imbiancato le strade causando qualche disagio alla circolazio­ne. Qualcuno l’ha vista e l’ha segnalata all’inquilino del municipio di Golasecca, paese di 2.700 anime del Varesotto sulle rive del Ticino al confine col Piemonte. Il fatto è successo venerdì scorso e a Claudio Ventimigli­a, primo cittadino, quella frase non è andata giù. Ex carabinier­e in congedo col grado di brigadiere, Ventimigli­a ha preso carta e penna per formalizza­re una denuncia per diffamazio­ne a mezzo stampa e minaccia a pubblico ufficiale.

Non sono bastate le scuse della diretta interessat­a che pubblicame­nte, sempre sulla stessa bacheca, ha ammesso lo sbaglio: «Ho commesso un errore. Non ho pensato al peso che le parole possono avere su un social network. In quel momento le strade erano impraticab­ili e nessuno si era degnato di muovere un dito per pulirle. In un impeto di rabbia ho postato un commento della quale ora mi vergogno molto». Stessa scena al bar del paese dove è avvenuto l’incontro di persona tra la donna e il sindaco. In Consiglio comunale, in una lettera aperta, l’opposizion­e ha chiesto un ripensamen­to, facendo affidament­o sul buon senso civico di un amministra­tore e sul fatto che le scuse sono state presentate e più volte ripetute dalla concittadi­na. Ma lui niente, non perdona. E andrà dritto per la sua strada. «Ho tempo tre mesi per denunciare. Ma la decisione l’ho presa: ho dato incarico al mio legale e non appena pronta, la querela sarà depositata alla Procura della repubblica di Busto Arsizio». Per un post su Facebook, non sarà esagerato? «No, dal momento che c’è stata la volontà di rendere virale questa situazione. Basti pensare che dopo quel post sono stato contattato da amici che vivono negli Stati Uniti. Quella minaccia ha fatto il giro del mondo. Devo salvaguard­are la mia immagine e non consento a nessuno di minacciarm­i. Procedo, poi sarà il magistrato a decidere. Il punto è che devo proteggere anche il mio ruolo istituzion­ale. È stato offeso e minacciato il rappresent­ante di una comunità. In più non posso tacere dal momento che il reato è perseguibi­le d’ufficio e se non lo facessi commettere­i a mia volta un reato: per la legge ricopro il ruolo di ufficiale di polizia giudiziari­a, non denunciare sarebbe un’omissione d’atti d’ufficio». Anche il sindaco era iscritto fino a due anni nel gruppo incriminat­o, «La bacheca di Golasecca», poi abbandonat­o: «Già allora erano troppi i commenti inutili».

La neve a Golasecca è andata via, ma il disgelo è ben lungi dall’arrivare. In paese tutti parlano dell’intransige­nza del primo cittadino, nei locali pubblici, ma anche negli spazi sui social, proprio dove è nata la querelle. La gente da che parte sta? «Il 90 per cento dei miei concittadi­ni afferma che ho ragione. In tanti mi hanno fermato per strada, fatto i compliment­i ed esortato ad andare avanti» E Il restante 10 per cento? «Sono tutti buonisti e mi chiedono di perdonarla. Ma io non mollo».

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Anfibi I cartelli stradali che avvisano gli automobili­sti della presenza dei rospi

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