L’ultima diva dell’opera Quei ritratti di signora in costumi haute couture
Le immagini di una grande diva sono da oggi alle 17, e per tutto il mese, in mostra al museo fotografico di Contrada del Carmine. Rivedremo Bianca Scacciati, insuperabile soprano, nei panni dei personaggi che ha interpretato nella sua lunga carriera. Il museo fotografico si è avvalso della collaborazione di Luciano Poli, nipote della cantante di origini fiorentine, ma divenuta bresciana dopo le nozze con altro cantante: il basso bresciano Giulio Poli. Dalla coppia è nato nel 1938 il tenore Pierfrancesco Poli anche lui voce scaligera. Da Pierfrancesco che ci ha lasciato lo scorso anno e da Luigina Lombardi è nato Luciano. Se tutta la sua famiglia è stata legata all’opera, Luciano ha disertato il bel canto per abbracciare la chitarra ed è oggi apprezzato jazzista. Come figlio unico a lui sono toccati tutti i ricordi teatrali dei genitori. E putre i documenti che permettono di ricostruire la lunga carriera della nonna. Nel pacco dei ricordi ci sono ritagli di giornali di tutto il mondo, i contratti con i teatri americani, lettere dei sovrintendenti dei grandi direttori d’orchestra — era apprezzata da Arturo Toscanini — persino biglietti di viaggio sui transatlantici che la portarono avanti e indietro dalle Americhe. E soprattutto centinaia di fotografie di scena: da sola o con tenori, baritoni e bassi con i quali ha cantato. Nata a Firenze il 4 luglio 1896 Bianca Scacciati è morta a 52 anni — un tumore al seno — il 15 ottobre 1948. Aveva debuttato nel 1917 al teatro la Pergola di Firenze. Da allora è stato un succedersi di trionfi: l’Opera di Roma, il Regio di Torino, la Scala di Mlano. È stata la Callas di quei tempi, apprezzata dai musicisti e dai politici. Mussolini in testa che però lei respinse seccamente da brava toscanaccia, lontana dalle idee fasciste. Con il duce fu drastica. Declinò un invito a palazzo Venezia inventando che quel giorno doveva provare una Messa da requiem. Vastissimo il suo repertorio: da Bellini a Boito, da Mascagni a Catalani a Verdi. Di Bianca si conserva anche la voce giacché incise parecchi dischi una volta divenuta famosa. Ecco ora che a Brescia c’è l’opportunità di ammirarla negli sfarzosi costumi che i grandi sarti teatrali disegnarono per lei.