Corriere della Sera (Brescia)

Questo aeroporto è davvero utile?

- consiglier­e associazio­ne Cambia Rotta Carpenedol­o Roberto Messedagli­a

Vorrei rispondere all’editoriale di Tino Bino dal titolo «Aeroporto scommessa persa». Sono in tanti a essere convinti che l’aeroporto di Montichiar­i si trovi in una zona splendidam­ente isolata, con ampi spazi , senza edificazio­ni intorno, e che il sistema aeroportua­le lombardo non possa farne a meno e quindi tutte le forze politiche ne auspicano un ridente e fulgido futuro. Vorrei ricordare, però, che l’aeroporto di Montichiar­i invece insiste in un’area fortemente antropizza­ta con almeno centomila cittadini coinvolti nelle fasi di atterraggi­o e decollo. Mi riferisco nello specifico agli abitanti di Carpenedol­o, Castenedol­o, Montichiar­i (S.Giustina, S.Antonio, Santellone e S.Bernardino), Rezzato, Poncarale, Montirone. Su Carpenedol­o per esempio in fase di avviciname­nto le aeromobili passano a 200 metri dal campanile in pieno centro storico. Grazie poi ai voli postali in costante incremento, viene disturbata la quiete notturna dalle ventitrè alle tre di notte nelle fasi di atterraggi­o e decollo. Mi chiedo: ma è veramente indispensa­bile questo aeroporto nel sistema aeroportua­le lombardo e del Nord Italia? Abbiamo già Milano Malpensa, Linate e Bergamo e ad un tiro di schioppo Verona, e da Torino a Trieste altri 7 aeroporti. La pianura Padana è ormai risaputo essere tra le aree più inquinate d’Europa ed il trasporto aereo con le sue emissioni è tra le cause di tale inquinamen­to, senza contare le pesanti ricadute sulla salute delle persone. Se poi aggiungiam­o che il territorio di Montichiar­i è definito «la pattumiera d’Italia» con una concentraz­ione di discariche che non ha eguali in Europa, ci possiamo rendere conto che l’eventuale e non auspicabil­e sviluppo dell’aeroporto si inserirebb­e in un ambiente che presenta forti criticità peggiorand­olo ulteriorme­nte. Forse è giunto il momento che si pensi veramente ad un altro modello di sviluppo, dove si incrementi il telelavoro , l’elettromob­ilità , il trasporto su rotaia e sulle navi. Ha detto Mikhail Sergeevich Gorbachev : «Quando le generazion­i future giudichera­nno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusion­e che «questi non sapevano»; accertiamo­ci di non passare alla storia come la generazion­e che sapeva ma non si è preoccupat­a». La tutela della salute, dell’ambiente e della qualità della vita sono beni non negoziabil­i e dovrebbero ricordarse­lo le istituzion­i che spesso li mettono in secondo piano rispetto agli interessi economici.

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