Questo aeroporto è davvero utile?
Vorrei rispondere all’editoriale di Tino Bino dal titolo «Aeroporto scommessa persa». Sono in tanti a essere convinti che l’aeroporto di Montichiari si trovi in una zona splendidamente isolata, con ampi spazi , senza edificazioni intorno, e che il sistema aeroportuale lombardo non possa farne a meno e quindi tutte le forze politiche ne auspicano un ridente e fulgido futuro. Vorrei ricordare, però, che l’aeroporto di Montichiari invece insiste in un’area fortemente antropizzata con almeno centomila cittadini coinvolti nelle fasi di atterraggio e decollo. Mi riferisco nello specifico agli abitanti di Carpenedolo, Castenedolo, Montichiari (S.Giustina, S.Antonio, Santellone e S.Bernardino), Rezzato, Poncarale, Montirone. Su Carpenedolo per esempio in fase di avvicinamento le aeromobili passano a 200 metri dal campanile in pieno centro storico. Grazie poi ai voli postali in costante incremento, viene disturbata la quiete notturna dalle ventitrè alle tre di notte nelle fasi di atterraggio e decollo. Mi chiedo: ma è veramente indispensabile questo aeroporto nel sistema aeroportuale lombardo e del Nord Italia? Abbiamo già Milano Malpensa, Linate e Bergamo e ad un tiro di schioppo Verona, e da Torino a Trieste altri 7 aeroporti. La pianura Padana è ormai risaputo essere tra le aree più inquinate d’Europa ed il trasporto aereo con le sue emissioni è tra le cause di tale inquinamento, senza contare le pesanti ricadute sulla salute delle persone. Se poi aggiungiamo che il territorio di Montichiari è definito «la pattumiera d’Italia» con una concentrazione di discariche che non ha eguali in Europa, ci possiamo rendere conto che l’eventuale e non auspicabile sviluppo dell’aeroporto si inserirebbe in un ambiente che presenta forti criticità peggiorandolo ulteriormente. Forse è giunto il momento che si pensi veramente ad un altro modello di sviluppo, dove si incrementi il telelavoro , l’elettromobilità , il trasporto su rotaia e sulle navi. Ha detto Mikhail Sergeevich Gorbachev : «Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che «questi non sapevano»; accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva ma non si è preoccupata». La tutela della salute, dell’ambiente e della qualità della vita sono beni non negoziabili e dovrebbero ricordarselo le istituzioni che spesso li mettono in secondo piano rispetto agli interessi economici.