Accorsi pazzo d’amore
Una cavalcata tra le pagine poetiche e ironiche dell’«Orlando furioso» «Il mio eroe confonde il sentimento con il possesso che sfocia in violenza»
«Dell’Orlando furioso avevo solo qualche ricordo liceale — esordisce Stefano Accorsi — rileggendolo mi sono reso conto di quanto quest’opera sia più nota che conosciuta, un testo ironico e poetico abitato da personaggi e oggetti magici, pagine straordinarie da portare in teatro, per farlo abbiamo immaginato Ariosto al leggio e, come faceva l’autore per non annoiare il suo pubblico, tra un canto e l’altro abbiamo inserito i nostri commenti, il tutto sempre in versi o in rima». Uno spettacolo dunque fatto di tracce, letture, ricordi e digressioni dove l’amore, o meglio i suoi inseguimenti, sono al centro della vicenda, due i filoni narrativi scelti: da una parte Orlando che spasima, non corrisposto, per la bellissima Angelica, dall’altro la valorosa Bradamante che soffre in silenzio per i tradimenti di Ruggiero.
«La parola “amore” qui ha significati molto differenti per ogni personaggio che la pronuncia — afferma il protagonista — il più lontano dal sentimento amoroso è senza dubbio Orlando che, pazzo di gelosia, da cavaliere diventa un feroce assassino». E la riflessione sull’oggi è inevitabile: «Pur non volendo piegare il testo al nostro pensiero, è difficile non vedere in questa figura quella di uno dei tanti uomini che scambiando l’amore con il possesso, si sentono in diritto di compiere violenze di ogni tipo». Il ragionamento continua osservando la figura femminile: «Tra Angelica e Orlando c’è un abisso, lui crede che la donna sia di sua proprietà perché l’ha vinta con una scommessa a un torneo, lei invece è una donna intelligente e moderna, una principessa che dopo aver evitato ben quattro stupri, ascolta il suo sentire e quando incontra quel giovane soldato ferito che istintivamente sceglie di aiutare, scopre che cosa significa amare». Anche lo scontro tra Orlando e Re Agamennone offre lo spunto per una digressione sul nostro tempo: «La battaglia si svolge a Lampedusa e al di là di qualsiasi questione politica o economica, oggi non è possibile rimanere indifferenti di fronte a chi ogni giorno rischia di morire».
Uno spettacolo dunque che tra guerre e violenze, racconta l’amore nelle sue mille varianti, l’occasione prima di salutarci, di sentire che cosa pensa l’attore sull’argomento: «ho avuto relazioni molto diverse tra loro, ma per fortuna non ho mai ripetuto le stesse dinamiche e oggi vivo un rapporto molto più sereno che in passato. Ma anche al di fuori della coppia l’amore c’è ed è importante, si manifesta ogni volta che decidiamo di andare incontro all’altro e smettiamo di pensare solo a noi stessi». E infine con un film in uscita ad aprile («Il campione»), un altro in lavorazione con Ferzan Ozpetek, la serie su Sky e tre figli (l’ultimo avuto dal matrimonio con la 27enne Bianca Vitali), Accorsi come riesce a gestire le sue tante passioni? «Allontanarsi dalla famiglia è sempre più faticoso, ma questa volta il mio primo figlio (avuto con Laetitia Casta) farà un pezzettino di tournée con me. Sapete come si chiama? Orlando! Ma lui ha dodici anni, è nato prima di questo progetto!».