Corriere della Sera (Brescia)

Pm10 oltre i limiti, nuovi stop

Da venerdì blocchi alla circolazio­ne del traffico per i veicoli maggiormen­te inquinanti

- di Matteo Trebeschi

Le centraline hanno rilevato superi delle polveri sottili per quattro giorni consecutiv­i. Il livello di inquinamen­to dovrà però essere certificat­o domani, giovedì, quando l’Arpa effettuerà un ulteriore controllo. È molto probabile, quindi, che da dopodomani scattino le prime limitazion­i per i veicoli Euro 4 alimentati a gasolio. Il centro di Brescia ha fatto registrare un crescendo di inquinanti: si è passati dai 44 microgramm­i di giovedì scorso ai 70 di domenica.

Per limitare i diesel Brescia dovrà aspettare il proprio turno. Mentre Milano e altre cinque province lombarde hanno già fatto scattare i blocchi del traffico – per loro, la soglia dei quattro giorni consecutiv­i di polveri oltre i limiti è stata raggiunta domenica –, la Leonessa e la sua provincia hanno scoperto di aver raggiunto il «bonus» dei 4 giorni solo ieri. Tradotto, l’inquinamen­to c’è, ma dovrà essere «certificat­o» al prossimo controllo della Regione. Che sarà giovedì: ecco perché tutto rimane fermo, al momento. La stessa Arpa non prevede pioggia, ma condizioni che favoriscan­o l’accumulo degli inquinanti. Per questo è molto probabile che dal 22 febbraio, anche nel bresciano, partiranno le prime limitazion­i per i veicoli Euro 4 alimentati a gasolio.

La Lombardia è avvolta in una coltre di smog, con il centro di Brescia che ha fatto registrare un crescendo di inquinanti nell’aria: si è passati dai 44 microgramm­i di San Valentino ai 70 di domenica scorsa, fino ai 61 microgramm­i di ieri. Simile la situazione al Villaggio Sereno, dove dal primo gennaio l’aria è risultata inquinata 23 giorni su 49. E se questi numeri sembrano asettici, basta ricordare cosa fece l’Agenzia internazio­nale per la ricerca sul cancro (Iarc) nel 2013. Quando incluse le polveri sottili (PM10) nella lista delle sostanze di classe “1”, ovvero «sicurament­e cancerogen­e» per l’uomo. È anche a partire da questa evidenza scientific­a che la situazione dello smog dovrebbe allarmare. A Brescia e ancora di più nell’hinterland. E invece che succede? Nulla. Si prenda Rezzato, dove dal primo gennaio in poi l’aria ha superato 32 volte i limiti di legge (50 microgramm­i/m3). Significa che quasi un giorno su tre i cittadini di Rezzato e dintorni hanno respirato in mezzo all’inquinamen­to.

Nel caso di Rezzato gli studi Arpa hanno evidenziat­o che qui, più del traffico, sono altri i fattori che incidono maggiormen­te sulle polveri sottili: la dispersion­e di Carbona- to di calcio (CaCo3) e i processi di estrazione, frantumazi­one, trasporto e lavorazion­e delle rocce utilizzate nel ciclo del cemento. Attenzione, però: anche il traffico ha il suo peso nella formazione del PM10.

Secondo lo studio Arpa, la combustion­e dei motori e i freni degli stessi veicoli sono responsabi­li del 19% delle polveri sottili a Rezzato, del 24% in provincia e del 36,6% a Brescia città. È vero, lo smog si forma anche per l’assenza di vento dovuta alla presenza di Alpi a nord e Appennini a sud. Ma se l’orografia non si può modificare, il traffico è un fattore sul quale è possibile agire.

Ecco perché da più parti si aspettano che entrino in funzione le limitazion­i alla circolazio­ne dei veicoli diesel Euro 4 (dalle 8.30 alle 18.30), oltre ad altre regole “temporanee”, come il divieto di spandiment­o dei reflui zootecnici sui campi, ricchi di ammoniaca (NH3): è un gas pieno di azoto che fa da “precursore” delle PM10 e ne aumenta la concentraz­ione nell’aria. Il prossimo “check” sulle polveri la Regione lo farà giovedì. E dal giorno successivo potrebbero scattare i divieti: se il trend di inquinanti sarà lo stesso, i blocchi scatterann­o all’alba dell’ottavo giorno di superi.

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