Giugiaro: «La mia vita a tutto gas»
Giugiaro in visita a Brescia parla del passato. E non solo
«Maestro, s’è fermata la Panda del sindaco di Brescia. Vuole porgerle il benvenuto», dice il cerimoniere della «Franzoni auto» a Giorgietto Giugiaro. Il designer, signorilmente, gli si fa incontro con una battuta di spirito: «Non è il mio primo modello di Panda». Un bel colpo d’occhio per uno che negli anni ha ideato carrozzerie di centinaia e centinaia di vetture. Seguono i convenevoli nel cortile di Via Val del Caffaro 19, fra le belle macchine che hanno una storia alle spalle ed arricchiscono il centro culturale Franzoni Auto divisione classic. C’è sole e si sta bene all’aperto.
Il designer italiano conosciuto nel mondo dell’auto — 80 anni ben portati, elegante in abito azzurro — conversa volentieri con tutti. «Guardi che alla Nikon che maneggia ho messo io la carrozzeria» dice al fotografo del Corriere. Il quale, vista la cordialità del personaggio, assume la regia delle immagini e apre lo sportello della Lancia Delta, la rossa auto festeggiata per i 40 anni di via.
«Maestro si metta al volante — ordina — e lei, signor sindaco, faccia il passeggero» Nel cortiletto i clic suonano come chicchi di grandine. «Ecco cosa permette il digitale — osserva Giugiaro — Storia diversa quando c’era la pellicola». Breve pausa e poi ai reporter: «Un americano venuto in Italia per fotografarmi mi è stato attorno per una giornata, ha provato e riprovato inquadrature, luci o ombre. Dopo un solo scatto, ha infilato l’attrezzatura in valigia e salutato. Per lui la foto doveva essere una e solo una. Quella da pubblicare».
Tornando alla Lancia Delta prima serie quarantenne, per Carlo Carugati anima del Cen- tro culturale e affermato storico dell’auto, non è solo la macchina che ha rilanciato il marchio Lancia ma anche la preferita del suo creatore.
A chiederglielo sorride e lascia capire che tutti i figli sono uguali. Dalla sua matita d’oro (premio 2017 al Mauto di Torino) sono usciti esemplari d’ogni tipo: l’Alfasud berlina del 1972, l’Alfetta Gt del 1974, la Volkswagen Golf della stessa stagione, l’Alfasud Sprint del 1976, la Fiat Uno 1983. E che dire della De Lorean, della BMW M1, della Maserati Ghibli. Spontaneo chiede al maestro cosa legga nel futuro dell’auto. Risposta «Chissà! Siamo qua, saliremo con i piedi su un drone che ci porterà a destinazione». Chissà quale involucro conterrà passeggero e motore. Inimmaginabile la forma del domani: forse anche un uovo.
Giugiaro vede rosa nel futuro. Vede attorno a sé giovani preparatissimi che stanno sviluppando intuizioni geniali anche tenendo conto delle economie che i tempi suggeriscono. «Confesso che è più facile disegnare un bolide rosso, la grande fuoriserie che non il modello di serie. Nel primo caso ci si può sbizzarrire. Non ci sono problemi di costo. Più impegnativo il dover stare alle regole rigide dettate dalla casa produttrice. Si deve ottenere il meglio rispettando lunghezza e larghezza, peso, volume e tante altre regole».
Compleanno Il progettista e designer ha festeggiato i quarant’anni della prima Lancia Delta
"Fuoriserie È più facile disegnare un bolide fuoriserie che un modello di serie secondo i dettami del costruttore
"Futuro In futuro chi lo sa, potremmo salire su un drone a farci portare a destinazione