Evaso in aula «Consegnatemi alla Romania»
Stavolta è arrivato in aula, nella gabbia «riservata» ai detenuti, solo pochi istanti prima che iniziasse l’udienza, slittata alle 14.30 del pomeriggio. Inutile, da parte del suo avvocato, provare a chiedere di conferire con il suo assistito in anticipo, giusto per capire quali fossero le sue intenzioni da comunicare ai giudici. Corte d’appello, di nuovo: Marius Marmura, romeno di 35 anni sul quale pende un mandato di arresto europeo dopo la condanna definitiva in patria per rissa e lesioni. Udienza già fissata al 12 febbraio scorso, in verità, quando però in aula non ci arrivò: riuscì a sfuggire dal controllo degli agenti di polizia penitenziaria nel cortile del Palazzo di Giustizia (dopo essere stato tradotto dal carcere di Canton Mombello), sfilarsi le manette, pare, e scavalcare il muro di cinta approfittando delle auto parcheggiate sotto, per poi salire su un treno direzione Milano. È lì che lo hanno riacciuffato, poco più di dodici ore dopo, alla stazione di Affori, «tradito» da una telefonata alla fidanzata con la quale si era accordato sul luogo in cui trovarsi. Ieri mattina a Palazzo ci è arrivato da San Vittore. E alla Corte d’appello di Brescia ha espresso «il suo assenso» alla consegna in Romania: «Sì, fatemici tornare». Preso atto della sua decisione, i giudici però non possono fare altro che trasmetterla al ministero: l’ultima parola spetterà a Roma, fermo restando che la sua evasione dei giorni scorsi, potrebbe complicare la faccenda e posticipare la partenza. (m.rod.)