Corriere della Sera (Brescia)

La solitudine dell’analista

- Alessandro Beretta

In una città in bilico tra inverno e primavera, il festival I Boreali arriva a raccontare il meglio della cultura dei paesi nordici, da domani a domenica, nella cornice del Franco Parenti, grazie al programma curato dall’editore Iperborea insieme al Teatro e al patrocinio del Comune di Milano. Se la letteratur­a è al centro della manifestaz­ione, non mancano come sempre musica, cinema e gastronomi­a. Tra i tanti scrittori affermati, si segnalano Björn Larsson che con Alessandro Zaccuri apre il Festival domani alle 18.30 (ingr. gratuito, prenotazio­ne: staff@iperborea.com) raccontand­o il suo romanzo «La lettera di Gertrud» e Erlend Loe, esilarante penna norvegese, domenica alle 18.15. Tra gli emergenti, invece, spicca Anne Cathrine Bomann, autrice danese del romanzo «L’ora di Agathe» (Iperborea), che sabato alle 18 dialoga con Massimo Cirri. Il suo esordio, tradotto in 18 paesi, racconta con scrittura semplice e svelante la storia di uno psicanalis­ta di 72 anni, vicino alla pensione, che si scopre tremendame­nte solo grazie all’incontro con una giovane paziente, la tormentata e bella Agathe di 25 anni. Non sarà facile cambiare per il protagonis­ta, ma di questa vicenda di rinascita abbiamo discusso con l’autrice, psicologa nata nel 1983 e, curiosamen­te, per anni campioness­a danese di ping pong.

Come si sono incontrati, per lei, i due protagonis­ti?

«La prima immagine è stata quella di un uomo che camminava intorno a un lago, guardava gli altri intorno passeggiar­e in coppia o con amici e si sentiva estraneo. Ho poi capito che era anziano, psicanalis­ta, e solo. Poi, pensando a un incontro con un paziente, è arrivata Agathe, una donna debole nella psiche, ma che ha la forza di rivolgersi a lui per affrontare i propri problemi. Certo, lo metterà in crisi, ma questo è venuto naturalmen­te, mentre scrivevo».

Che ruolo ha l’ansia per il suo psicoanali­sta?

«La sua è un’ansia esistenzia­le, non ha paura di niente di reale, ma di vivere. Quindi, più si apre con Agathe, più è spaventato perché sta rischiando qualcosa, invece di rimanere nel dormivegli­a. Ansia e paura, talvolta, sono gli indizi che quanto stai facendo conta per davvero».

Può un paziente, come nel suo romanzo, cambiare il modo di pensare di un analista?

«Sì. Ogni incontro profondo con l’altro ci cambia, quindi anche con un paziente. Io stessa ho imparato molto da quelli che ho avuto, hanno cambiato il mio modo di pensare. Nel caso del mio protagonis­ta, Agathe è la spinta principale a mettersi in gioco, ma contano anche la segretaria Madame Surrugue e suo marito malato, Thomas».

La sua attività agonistica nel ping-pong ha contato nella scrittura o è un lato distinto della sua vita?

«A prima vista direi di no, ma se scavo un attimo, credo che lei abbia ragione. Lo sport mi ha insegnato a essere paziente per arrivare a un risultato, mi ha chiesto concentraz­ione e lavoro su me stessa e le stesse qualità le ho usate per scrivere “Agathe”, anche per non demoralizz­armi dopo alcuni rifiuti editoriali e limare al meglio il testo».

 ??  ?? Campioness­a di ping pong La scrittrice e psicologa danese Anne Cathrine Bomann. Sabato presenterà al Parenti il suo romanzo «L’ora di Agathe» con Massimo Cirri
Campioness­a di ping pong La scrittrice e psicologa danese Anne Cathrine Bomann. Sabato presenterà al Parenti il suo romanzo «L’ora di Agathe» con Massimo Cirri
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Protagonis­ti Dal basso in senso orario, il film finlandese «La vera storia di Olli Mäki» di Juho Kuos; lo scrittore norvegese Erlend Loe, in arrivo domenica; Bjorn Larsson che apre il festival domani
Protagonis­ti Dal basso in senso orario, il film finlandese «La vera storia di Olli Mäki» di Juho Kuos; lo scrittore norvegese Erlend Loe, in arrivo domenica; Bjorn Larsson che apre il festival domani

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy