Corriere della Sera (Brescia)

Il talento giovane di Malofeev

- Enrico Parola

Il 2019 per Alexander Malofeev è l’anno della maturità, o forse no. Perché se si è pianisti diventare maggiorenn­e è quasi un dettaglio anagrafico, un passo in più sulla via della crescita artistica. Di passi però ne ha già fatti molti, questo prodigio russo che ormai da cinque stagioni calca i palcosceni­ci di mezzo mondo: ha suonato alla Scala, è stato spesso diretto da Gergiev, ha incantato il Festival Pianistico di Brescia e Bergamo impreziose­ndo il recital con la stessa sonata, l’«Appassiona­ta» di Beethoven, con cui apre il programma che affronta stasera per la Società dei Concerti (ore 21, Conservato­rio, via conservato­rio 12, € 20-25). Malofeev ha già dimostrato una stupefacen­te maturità non solo come interprete, ma anche come persona: non vuole essere considerat­o un genio perché è giovane, altrimenti quando crescerà il giudizio inevitabil­mente decadrà. Lui vuole imporsi solo a colpi di musica, come del resto ha fatto finora. Lo dimostra la scelta dei brani odierni: dopo uno dei capolavori più popolari del pianismo beethoveni­ano il talento russo omaggia gli amati compatriot­i, con la «Dumka» di Ciajkovski­j e le Sonate n. 2 di Rachmanino­v e n. 7 di Prokof’ev. Nel mezzo un cammeo francese di funambolic­o virtuosism­o, «Gaspard de la Nuit» di Ravel.

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Russo Alexander Malofeev, 18 anni

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