L’eterna tensione tra realtà e desiderio
«Il ragazzo dell’ultimo banco» Jacopo Gassmann dirige la pièce di Mayorga
Germán è un professore di letteratura di liceo senza figli. Claudio un ragazzo abbandonato dalla madre e con padre assente. Se ne sta all’ultimo banco. Le vite degli altri a creare un legame fra loro. Quelle della famiglia altoborghese di Rafa, il compagno di classe che Claudio aiuta nei compiti di matematica, trasformate in un ambiguo racconto «a puntate», nato inizialmente come tema proposto dall’insegnante, rivelando il particolare talento per la scrittura del giovane. Ma sarà tutto vero quel che scrive? Questa la prima di un’infinita serie di domande che, col procedere dell’azione, innervano «Il ragazzo dell’ultimo banco» di Juan Mayorga, ultima produzione della stagione del Piccolo Teatro in scena al Teatro Studio Melato da questa sera con la regia di Jacopo Gassmann.
Lasciare i testi aperti, porre dalle possibili molteplici risposte è la cifra drammaturgica di Mayorga, madrileno, classe 1965, tra gli autori più interessanti in circolazione («Himmelweg», «Animali notturni», «Hamelin» e «La pace perpetua», tra i titoli messi in scena in Italia). «Mi interessa più quello che gli altri vedono nella pièce che quanto io stesso abbia inteso metterci –— spiega l’autore —. E gli sguardi investono diversi temi, tutti plausibili: il rapporto allievo-maestro e figlio-padre, l’incontroscontro tra famiglia e scuola, la scoperta del potere manipolatorio e vivificatore delle parole, il bisogno di immaginare le vite degli altri e di immaginarsi altro da sé. Su tutto, però, due motivi ricorrenti nel mio teatro: la trasmissione di esperienza e la tensione tra realtà e desiderio. Scrivendo, ho pensato molto a Borges e a Pirandello». La vicenda, già film nel 2012 diretto da François Ozon («Dans la maison», «Nella casa»), procede con una tensione narrativa da thriller, trapuntata da una feroce satira sociale. «Non decidere tutto, ribellarsi alla tentazione di un’unica soluzione è interessante anche a livello registico — aggiunge Gassmann, che di Mayorga ha già messo in scena «Animali notturni» in Inghilterra e «La pace perpetua» in Italia —. Il testo comincia come un romanzo di formazione, che poi si frammenta e si capovolge. È come una biblioteca borgesiana, pieno di riferimenti e di citazioni in un gioco di scatole cinesi, sempre in bilico tra realtà e finzione e con una sottesa, crescente violenza psicologica fra i due protagonisti. Entrambi fanno i conti con i propri fallimenti e con un profondo senso di solitudine. Entrambi si trovano a vivere la propria esistenza per procura: il professore attraverso il talento del misterioso ragazzo; lo studente nei mondi, forse immaginari, che coquestioni struisce». A interpretarli sono Danilo Nigrelli e Fabrizio Falco, a cui si aggiungono Pierluigi Corallo, Pia Lanciotti, Mariángeles Torres e Alfonso De Vreese. Due gli incontri di approfondimento in programma: domani, ore 17.30, a Intesa San Paolo (via Verdi 8) con Juan Mayorga, Jacopo Gassmann, Massimo Bernardini e Fabrizio Paschina, e mercoledì 17 marzo, ore 17, al Chiostro Nina Vinchi, con la compagnia.