L’uscita di Natali «agita» la Lega
L’ex consigliere sospettato di aver «tradito» il Carroccio alle elezioni provinciali
C’è maretta in casa Lega dopo le dimissioni del consigliere comunale Gianpaolo Natali. Per il capogruppo Massimo Tacconi «sono un fulmine a ciel sereno» ma fa notare come arrivino all’indomani delle elezioni in Provincia, dove un leghista ha votato per Almici (FdI) anziché per Tacconi. Una «scorrettezza nei confronti degli elettori» per il segretario provinciale Alberto Bertagna che attacca Natali: «È da poco nella Lega, vien da pensare che abbia aderito al partito per farsi eleggere». Secondo un militante storico il caso Natali, dopo quello di Gallizioli, apre necessità di avviare un dibattito sui vertici cittadini del partito. Natali in consiglio comunale siederà nel Gruppo misto insieme a Mattia Margaroli (ex FI), la presidenza della commissione bilancio andrà a un altro leghista.
A otto anni di distanza dallo strappo con l’allora Pdl fatto da Luigi Recupero, torna in Loggia il «Gruppo misto», che debutterà ufficialmente nel consiglio comunale di lunedì. Sarà formato — come allora — da transfughi del centrodestra. Ovvero Mattia Margaroli (espulso nelle scorse settimane dalla sua Forza Italia) e da Gianpaolo Natali, dimessosi l’altro giorno dalla Lega. Essendo il più anziano (52 anni) da regolamento spetta a Natali il ruolo da capogruppo. Dovranno essere anche ridefinite le loro appartenenze nelle commissioni consigliari: Natali era presidente della commissione Bilancio (incarico che andrà ad un altro consigliere della Lega); Margaroli era nelle commissioni Lavori pubblici e Commercio. Entrambi confermano che attualmente non hanno alcuna intenzione di aderire ad altre forze politiche, men che meno a Fratelli d’Italia.
L’addio di Natali alla Lega è avvenuto con un comunicato «politically correct» dove lo stesso ex promette che continuerà a «condividere i temi fondanti della Lega» e rifugge da qualsiasi strumentalizzazione. Ma nel contempo ricorda che «Quando il gioco della tua squadra non ti piace più, la cosa migliore per evitare problemi all’intero gruppo è prendere coraggio e fare un passo indietro». Raggiunto telefonicamente, preferisce non aggiungere altre spiegazioni. Anche altri consiglieri leghisti (sono sei quelli che ora siedono in Loggia) non rilasciano dichiarazioni. Secco il «no comment» di Davide Giori Capelluti, Michele Maggi e Melania Gastaldi: oggi c’è un direttivo cittadino del partito e ritengono sia quella la sede opportuna per i chiarimenti. Parla invece il capogruppo Massimo Tacconi: «Le dimissioni di Natali sono state per noi un fulmine a ciel sereno. Non c’è mai stato uno scontro sull’idea di città. Certo la cosa strana è che il suo passo indietro avvenga all’indomani delle elezioni provinciali». Elezioni dove un consigliere leghista ha dato la sua preferenza a Cristina Almici (Fratelli d’Italia) anziché allo stesso Tacconi. Uno «sgambetto» simile venne fatto in passato dal consigliere comunale Nicola Gallizioli, che venne sospeso per qualche mese (poi riammesso) dal partito. Il sospetto in casa Lega è che quel voto sia proprio di Natali.
Sospetto che ha intaccato anche il segretario provinciale della Lega, Alberto Bertagna: «Di certo è inusuale la tempistica delle sue dimissioni anche se non ho elementi per dire che sia stato lui a non votare Tacconi in Provincia. Ma quello che è successo è grave: è questione di rispetto nei confronti dei propri elettori. Ne parlerò anche nel direttivo di domani (oggi per chi legge, ndr)». Bertagna ha parole non troppo tenere nei confronti di Natali: «Anche per me è un fulmine a ciel sereno. In questi mesi non si è fatto mai vivo per dire che qualcosa non andava. È entrato in Lega da poco e nel suo comunicato scrive la sua era una scelta che meditava da un po’: non vorrei fosse entrato nel partito solo entrare nel consiglio comunale».
Un militante storico della Lega cittadina — che mantiene l’anonimato — parla però di rapporti non «idilliaci» tra qualche giovane consigliere ed il capogruppo in Loggia,
Tacconi Strano che il suo addio avvenga pochi giorni dopo le elezioni provinciali
Tacconi: «Al di là del traino nazionale a livello locale la Lega fatica da anni ad esprimere una classe dirigente in grado di offrire una alternativa al centrosinistra». Ma Bertagna difende Tacconi: «se qualche giovane ha voglia di emergere deve riuscire a farlo sfruttando chi da anni fa politica sul territorio. I consiglieri comunali sono sei e per forza di cose serve un coordinamento che deve anche essere di polso, se serve».
Bertagna È entrato da poco nella Lega, non vorrei l’abbia fatto solo per essere eletto