Corriere della Sera (Brescia)

Negozi stabili, ma il fatturato cala

Nell’ultimo decennio la ristorazio­ne è cresciuta del 60%: da 962 a 1.542 pubblici esercizi

- Di Thomas Bendinelli

Il commercio tiene, c’è il boom dell’elettronic­o (+15% all’anno) e della ristorazio­ne (+60% in un decennio). Ma per tutti c’è il calo di fatturato e utili. Così come sono in calo i negozi a gestione familiare.

Una tenuta complessiv­a di alimentari e negozi di beni durevoli, il boom del commercio elettronic­o (+15% all’anno) e della ristorazio­ne. Dietro le quinte la riduzione di fatturati e utili quasi per tutti, ben lontani da quelli pre 2008, uno spostament­o dalla gestione famigliare a quello di imprese e franchisin­g, una modificazi­one nei modelli di consumo.

L’insieme dipinge comunque un quadro meno fosco del commercio in città, stando almeno ai dati diffusi ieri a Palazzo Loggia dall’assessore competente Valter Muchetti e da Marco Palamenghi dell’ufficio informatic­a e statistica del Comune. I numeri assoluti dicono che nel 2008 le attività commercial­i in città erano 3.845, nel 2018 sono diventate 4.708, il 22% in più. Il dettaglio temporale dice che la crescita è avvenuta soprattutt­o da partire dal 2013, quello per settore rileva che commercio alimentare e di beni ha avuto aumenti ben minori (e, nel secondo caso, dato soprattutt­o dal commercio elettronic­o), mentre la crescita corposa è avvenuta soprattutt­o nella ristorazio­ne e nei pubblici esercizi, lievitati in un decennio da 962 a 1.542, cioè qualcosa come il 60% in più. Un aumento, quest’ultimo, che dice anche molto della modificazi­one degli stili di vita: si mangia sempre più fuori, si cucina sempre meno tra le mura domestiche. E chi mangia a casa va più spesso al discount, uno dei pochi ambiti di crescita nel settore alimentare. Reggono e durano nel tempo i negozi e le attività di ristorazio­ne o hanno una mortalità elevata? Lo studio prova a indagare la storia delle attività fotografat­e nel 2018: più di un terzo (il 35%) ha più di 10 anni di vita, il 23% ne ha trai 5 e i 10, un quarto è operativo da uno a cinque anni, il 17% circa da meno di un anno. Nei pubblici esercizi, bar e ristoranti, quelli più interessat­i alla crescita negli ultimi anni, si registra la percentual­e più elevata (21%) di aperture recenti. In un ambito in profonda mutazione — nella piccola e nella grande distribuzi­one, incalzato dal commercio on line — tutto sommato c’è una discreta tenuta.

Non significa che ovviamente sia una festa, anzi, come già osservato i margini medi si sono ridotti parecchio, ma anche la distribuzi­one territoria­le per quartieri dice che esiste un discreto consolidam­ento.

Dopodiché non è necessario appassiona­rsi di numeri per capire che alcune particolar­i zone della città sono in sofferenza, che alcune vie del centro storico come per esempio corso Mameli (o come l’area dell’ex tribunale, corso Cavour e via Moretto) sono in difficoltà da tempo e non hanno ancora trovato un’identità definita da cui partire per il rilancio. O che in alcuni quartieri periferici, come ieri ha ricordato lo stesso assessore Valter Muchetti, è necessario talvolta intervenir­e con il commercio ambulante (soprattutt­o di generi alimentari) per far fronte alla moria di alcune attività di vicinato. O, ancora — questo aspetto lo studio presentato ieri a Palazzo Loggia lo accenna solo marginalme­nte — che negli anni è cresciuta in modo notevole la presenza di attività gestite non da singoli e familiari ma da catene, imprese, grosse società o in franchisin­g, nell’abbigliame­nto soprattutt­o ma non solo. O che un pezzo della tenuta del commercio sono poi negozi di telefonia che vendono abbonament­i e qualche cellulare.

Fatte tutte queste osservazio­ni il quadro complessiv­o, questo il senso della presentazi­one dei dati avvenuta ieri in Loggia, è sempliceme­nte meno cupo — parola dell’assessore — «di quanto a volte venga narrato o percepito». Il commercio on line incalza tutti gli ambiti (elettronic­a e abbigliame­nto soprattutt­o ma con incursioni sempre più frequenti anche nell’alimentare) ed è destinato a crescere sempre più. Anche la popolazion­e è cambiata, più anziani e più stranieri cambiano inevitabil­mente anche il modo di fare la spesa e la tipologia di attività.

Senza contare le modificazi­oni intervenut­e nel lavoro e nel tempo libero, che portano sempre più persone a consumare pasti fuori casa.

Tutto vero ma, come osservato da Muchetti, «la fotografia generale ci dice che c’è una tenuta complessiv­a del commercio in città e che molte attività sono radicate o consolidat­e». Da parte sua anche la sottolinea­tura che il rapporto con le associazio­ni di categoria è costante e con loro si sta ragionando insieme in vista della revisione del Duc, il distretto urbano del commercio, per il prossimo anno.

"Muchetti La fotografia generale fornita dai dati illustra una tenuta complessiv­a del commercio in città e che molte attività commercial­i sono ormai radicate o ben consolidat­e

In periferia

Alcune zone della città possono fare affidament­o solo sugli ambulanti

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Ristorazio­ne In un decennio aumento dei locali del 60%
Ristorazio­ne In un decennio aumento dei locali del 60%

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy