Inbre, raddoppia l’utile che raggiunge 1,9 milioni E si continua a investire
L’entrata in funzione del nuovo impianto idroelettrico di Iscla – Edolo e gli altri che hanno lavorato a pieno regime hanno spinto verso l’alto i conti di Inbre. La società di Breno che opera nel settore delle energie rinnovabili, con un focus specifico sugli impianti idroelettrici di medie e piccole dimensioni, ha infatti aumentato la produzione netta di energia a 134,6 GWh (98,1 GWh a fine 2017) spingendo i ricavi netti a sfiorare i 18 milioni (14,4 nel 2017). Il bilancio 2018 si chiude con un margine operativo lordo che supera i 12 milioni contro i 9,8 del precedente e un risultato operativo che si assesta a 4,6 milioni (3,1 nel 2017). Numeri che portano a raddoppiare l’utile netto: 1,9 milioni contro i 900 mila del 2017. Il cda guidato dal presidente Battista Albertani ha deciso di proporre all’assemblea degli azionisti, in programma per il prossimo 26 aprile, un dividendo di 0,65 euro per azione superiore a quello del passato esercizio. «Il gruppo — commenta il presidente — ha confermato il suo ruolo attivo quale motore di sviluppo nei territori di riferimento. Ha destinato circa 7,7 milioni di investimenti per realizzare nuovi impianti e per la loro gestione favorendo la crescita delle società operative e contribuendo positivamente all’incremento occupazionale. Con l’avvio del nuovo impianto denominato IsclaEdolo, prosegue poi l’espansione della capacità produttiva del Gruppo». E senza l’idea di fermarsi. Il presidente ha infatti confermato, anche per quest’anno, l’intenzione di proseguire negli investimenti completando gli iter autorizzativi e le concessioni in corso, avviando i cantieri relativi alle centrali autorizzate e valutando «le opportunità di sviluppo esterno offerte dal mercato». (r.g.)