Corriere della Sera (Brescia)

Un «Elisir d’amore» contro le amarezze della vita adulta

- Fabio Larovere

Èun giovane bresciano, Manuel Renga, il regista de L’elisir d’amore. Una fabbrica di idee, l’opera per bambini e ragazzi, riduzione del capolavoro di Gaetano Donizetti, che sarà in scena al Teatro Grande per il progetto «Opera domani» del circuito Opera Lombardia. Domani ci sono due recite aperte al pubblico delle famiglie (alle 17.30 e alle 20.30; teatrogran­de.it). I successivi 9 appuntamen­ti (dal 25 al 27 marzo) vedranno la partecipaz­ione di classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. «Non sono nuovo al mondo dell’opera — spiega Renga —: sono appassiona­to di lirica e lavoro dai sei anni con i Pomeriggi Musicali di Milano, dove dirigo la stagione dei Piccoli Pomeriggi, portando in scena spettacoli con orchestra e attori che raccontano storie legate all’opera. Questa è però la mia prima esperienza con un’opera, seppur adattata per bambini». Come ha allestito questo Elisir?

«Con lo scenografo Aurelio Colombo abbiamo ambientato l’opera in una fabbrica di sciroppo negli anni Venti del Novecento, in crisi perché il suo sciroppo, che si chiama Elisir, è amarissimo. Adina è la proprietar­ia della fabbrica, Nemorino un operaio, Belcore un esplorator­e che torna dall’Africa, mentre Dulcamara un cialtrone che vende il suo Elisir fasullo cercando di convincere tutti che potrebbe far andar meglio la fabbrica. I bambini sono chiamati a partecipar­e aiutandoci a rendere dolce questo sciroppo grazie a un ingredient­e segreto».

Lo spettacolo conta oltre 140 recite in tutta Italia. Com’è andata finora?

«I feedback sono meraviglio­si. Abbiamo lavorato sullo stile dei vecchi film muti, della pantomima, in modo molto divertente. Il tema del lavoro è anche molto sentito dal punto di vista didattico: ricordo che per le classi assistere allo spettacolo è il punto di arrivo di un lavoro svolto nel corso di tutto l’anno. In fondo, il nostro obiettivo è che i ragazzi pensino a un Elisir contro le amarezze della vita: c’è chi lavora con le scienze e quindi con i liquidi, chi con l’italiano e quindi con la poesia, fino alle ricette fatte di sorrisi, perché ne servono tanti».

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