Corriere della Sera (Brescia)

Bonifica Caffaro, lavori dal 2020

L’obiettivo è quello di fermare l’inquinamen­to profondo: Pcb fino a 30 metri nel sottosuolo

- Di Matteo Trebeschi

Il commissari­o per la Caffaro Roberto Moreni ha mandato a Roma il piano di intervento per la bonifica. L’obiettivo è quello di fermare l’inquinamen­to più profondo, dato che i Pcb hanno raggiunto anche i 30 metri nel sottosuolo. L’intervento prevede quindi tre tipi di intervento, in base alla profondità dell’inquinamen­to. Ma i cantieri non partiranno a breve, il commissari­o ipotizza il via dei lavori dall’autunno 2020.

Il commissari­o per la Caffaro Roberto Moreni ha inviato al ministero dell’Ambiente il «Programma operativo di bonifica». L’obiettivo prioritari­o è «fermare l’inquinamen­to più profondo», visto che è potenzialm­ente interessat­o dalle «fluttuazio­ni della falda». Si tratta di aree ristrette all’interno della fabbrica, che raggiungon­o anche i 20-30 metri di profondità, e sono tutte interne al secondo lotto, quello «funzionale» (per il quale sono disponibil­i 35 milioni di euro, già finanziati e con scadenza non più al 2019 ma al 2021). Per gli interventi in profondità, il piano – progettato dall’americana Aecom – immagina quattro diverse tecniche di intervento: carotaggi (nei casi più gravi, dove l’inquinamen­to è ininterrot­to da zero a -29 metri), inertizzaz­ione del terreno, ossidazion­e del suolo (riducono gli inquinanti trasforman­doli in versioni meno pericolose) e lavaggio del suolo. Parliamo di terreni contaminat­i da Pcb, diossine, clorobenze­ni e arsenico. Ma l’inquinamen­to non è uniforme, nell’area, in termini sia di concentraz­ione sia di profondità. Ecco perché si prevedono anche interventi «superficia­li», fino ad un massimo di 5-6 metri di profondità. Con due obiettivi: «ridurre la massa contaminan­te» fino ai valori di legge (nella parte nord, dove sorgeranno prati ed edifici coperti come un bar) e fare «interventi di messa in sicurezza» (nella zona sud), che significa impermeabi­lizzare il suolo (dopo averlo trattato) ed

evitare che rilasci inquinanti. Per «lavare il terreno» in loco, purificand­olo e riducendo gli inquinanti esistenti, il programma prevede l’allestimen­to di un cantiere con un macchinari­o attivo a sud (via Morosini), di fianco al campo Calvesi. E i cantieri, quando partiranno? «Non prima dell’autunno 2020» risponde Moreni. Prima di quella data ci sono quattro mesi per la progettazi­one esecutiva, poi la gara europea e la speranza che non ci sia alcun ricorso al Tar.

La progettazi­one, vinta dall’americana Aecom, prevede diversi interventi che sfruttano le migliori tecnologie per ridurre gli inquinanti, cercando di evitare il ricorso alla discarica. «La terra deve uscire il meno possibile da qui» dice Moreni, che opera per conto del ministero dell’Ambiente. L’area della fabbrica copre 110 mila mq, diviso in tre lotti. Il primo è una piccola zona di via Milano, che sarà espropriat­a dal Comune di Brescia per farci dei parcheggi ( «Oltre la strada»). Il lotto funzionale (“2”) è quello che sarà finanziato con i 35 milioni già a disposizio­ne (con gli interventi più urgenti, anche in profondità), mentre per il lotto di completame­nto («3») le risorse non sono ancora disponibil­i. In parallelo, si lavorerà sulle acque sotterrane­e: a forza di ridurre gli inquinanti nel terreno, non ci sarà bisogno di emungere le stesse quantità di acqua di oggi (costo 1 milione di euro). Perciò, si passerà dai 1.500 metri cubi l’ora agli 800. Per arrivare progressiv­amente a 450 e, infine, 120 m3/h. Con gli stessi risultati. Ma con minori consumi elettrici e soprattutt­o un vantaggio per l’ambiente.

"Moreni Per l’avvio dei lavori bisogna attendere: cantieri non prima dell’autunno 2020

Bisogna evitare il ricorso alla discarica: la terra deve uscire il meno possibile da qui

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Fonte: Aecom
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