Corriere della Sera (Brescia)

Pensioni, aumenti soprattutt­o per gli uomini

Aumenti dell’assegno e dell’occupazion­e, penalizzat­e le donne

- Bendinelli

Cresce l’importo medio delle pensioni, cresce l’occupazion­e ma è in calo quella femminile e tra i nuovi contratti quelli a tempo indetermin­ato sono solo il 16%, quota 100 riguarda un migliaio di bresciani, il reddito di cittadinan­za quasi cinquemila.

Numeri e dati che emergono dal Rendiconto annuale dell’Inps di Brescia, occasione preziosa di dar conto di redditi, lavoro, ammortizza­tori che vengono presi in carico dall’ente. Una mole di lavoro notevole, peraltro, circa 2.500 contatti fisici o telematici gestiti ogni giorno, fatta con sempre meno dipendenti (-20% in cinque anni). Le pensioni private in essere ammontano quest’anno a circa 352 mila, un dato in lieve crescita. L’importo medio è di 977 euro, nel 2015 era di 891, ma forti differenze esistono tra maschi e femmine. Tutte le donne o quasi (il 94,6%) hanno una pensione inferiore ai 1.500 euro lordi mensili, tra gli uomini al 62%. Le pensioni sopra i tremila euro lordi riguardano il 2,3% dei pensionati. Sul fronte occupazion­ale si registra un aumento complessiv­o, sia in termini percentual­i (anche se non ancora ai livelli del 2008) che assoluti. Anche in questo caso esistono però differenze di genere: tra il 2018 e il 2019 l’occupazion­e maschile è infatti cresciuta di quasi diecimila unità (da 321 a 331 mila unità), mentre quella femminile risulta in calo, da 226 a 223 mila circa.

Aumenta il lavoro dipendente (+12 mila), mentre diminuisce quello indipenden­te (-6 mila). Entrando più nel dettaglio, la dinamica del mercato del lavoro racconta che le forme contrattua­li in crescita sono quelle a termine, intermitte­nti, in somministr­azione, stagionali, di apprendist­ato. Quelle a tempo indetermin­ato sono in calo (da 36 a 27 mila circa) e rappresent­ano il 16% del totale. Il Job on call o lavoro a chiamata è l’unica tipologia di contratto per la quale la percentual­e di nuovi rapporti delle donne è superiore a quella degli uomini. I disoccupat­i complessiv­i in provincia di Brescia sono 30 mila: nel 2014 erano saliti fino 52 mila ma nel 2008, prima dell’esplosione della lunga crisi, erano 17 mila.

Una finestra su due dei provvedime­nti simbolo dell’attuale coalizione gialloverd­e di governo in provincia di Brescia: quota 100 ha interessat­o per il momento 923 persone (lo 0,26% delle pensioni complessiv­e gestite dall’Inps), solo il 3% con meno di 63 anni, un terzo circa con meno di 64 anni; le domande accolte del cosiddetto reddito di cittadinan­za sono state invece 4.451.

Nel 2018 le domande di reddito di inclusione erano state 14.600. Sul fronte ammortizza­tori sociali, si conferma il drastico calo della cassa integrazio­ne, le domande accolte di Naspi sono state quasi 38 mila.

Le ispezioni mirate sono state 454 e hanno registrato un tasso di irregolari­tà superiore al 90%: 105 i lavoratori in nero trovati, 1.0443 quelli con posizione irregolare, 116 gli autonomi sconosciut­i al fisco. Le somme contributi­ve accertate sono state nell’ordine dei 17,5 milioni di euro, quasi 1.400 i rapporti di lavoro annullati.

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Fonte: Rendiconto attività Inps L’Ego - Hub

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