Robinson La «riscoperta» di un alleato
Il colonnello canadese, a 48 anni, nel 1945 per otto mesi fu il vero plenipotenziario del Governo militare a Brescia
Apartire dalla fine di aprile 1945 Brescia ebbe un nuovo sindaco, Guglielmo Ghislandi; un nuovo prefetto Pietro Bulloni; un nuovo questore, Alfonso Bonora, ma forse non tutti sanno che in realtà Brescia e la sua provincia furono amministrati fino al 31 dicembre 1945 dal Governo militare alleato e da un governatore, il colonnello canadese Homer Smiley Robinson (1897-1972).
Proprio in questi giorni uno dei figli dell’ufficiale, Richard, è giunto in città per un viaggio sulle orme del padre. A ritrovare testimonianze – luoghi, persone, fatti — che ancora parlano di lui. Un vero e proprio itinerario della memoria per avere notizie su colui che guidò — con saggezza ma anche con determinazione — la città e la provincia nei difficili mesi della prima ricostruzione. Richard, accompagnato dalla famiglia (moglie, figlia, genero e nipotina) ha visitato la città e anche il bunker della ex Breda realizzato proprio durante la guerra per proteggere i bresciani dai bombardamenti alleati. Qui Richard e la sua famiglia sono stati accolti con molta simpatia e amicizia.
Il dottor Robinson ha inoltre incontrato gli alpini di Brescia, a cui il colonnello, suo padre, era molto legato e con i quali, subito dopo la guerra,
aveva coltivato intensi rapporti di cordialità e vicinanza.
Ma chi è stato Homer Smiley Robinson? Cosa ha rappresentato la sua presenza a Brescia in quella complessa fase della storia recente?
Nato in Canada a Wawanesa, Manitoba il 4 maggio 1897, aveva ottenuto una laurea in legge nell’Università di Manitoba nel 1925. Aveva partecipato anche alla Prima guerra mondiale. Fu uno dei tanti ufficiali che vennero utilizzati dagli Alleati (nello specifico dai britannici) per le loro elevate competenze professionali (giuridiche e legali nel caso di Robinson) e inseriti nell’esercito in particolare nell’esercizio dell’amministrazione civile. Il colonnello Robinson era un militare ma di fatto esplicava funzioni di governo nelle zone liberate: una specie di supersindaco con giurisdizione anche sulla provincia. E in ogni materia. Governava la macchina economica e sociale, istituzionale e sanitaria. Aveva funzione di collegamento con le autorità militari vere e proprie, con la V e l’VIII armata. Avvallava le nomine (non tutte, per la verità) del Comitato di liberazione nazionale, stabiliva le priorità nella costruzione di strade, ponti, edifici. Coordinava l’attività bancaria e la produzione industriale nel bresciano. Di fatto per quasi otto mesi fu il plenipotenziario alleato in terra bresciana.
Il 15 maggio 1945 fu protagonista di una storica riunione con tutti i sindaci della rinizzazione costruzione nel salone Da Cemmo durante la quale parlò in italiano e pronunciò un vero e proprio discorso programmatico. Secondo l’ufficiale alleato le condizioni della città di Brescia erano meno disastrose di altre zone d’Italia. L’obiettivo era: «Ristabilire la vita civile e il governo non appena le necessità militari lo permettessero».
In quella occasione Robinson spiegò l’assetto e l’orgadei successivi mesi: «Gli Ufficiali degli Affari civili sono designati a prendere cura di certe zone, per esempio il tenente Lipsius per il Comune di Brescia, il tenente Donaldson per l’area sud, il capitano Goodman per l’area nord. […] I sindaci possono ottenere informazioni e guida dal loro rispettivo Ufficiale degli Affari civili quando esso visita i Comuni o si prende contatto con lui nel suo ufficio. Poi al nostro Quartiere provinciale abbiamo Ufficiali che sono specialisti addestrati per esempio in legge, finanza, agricoltura, ecc. Ad essi attraverso gli Ufficiali degli Affari civili vengono riferite specifiche questioni nel loro campo. Essi, a loro volta, danno consigli e guida agli Ufficiali degli Affari civili e alle loro rispettive sezioni nella vostra amministrazione provinciale italiana».
Il colonnello Robinson affrontò
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Trasversale
Era laureato in legge e governò le materie più delicate nell’immediato dopoguerra in provincia
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Ricordo del Garda Dopo la pensione scelse di vivere su un lago canadese perché gli ricordava il Garda
questo incarico con dedizione e competenza. Appassionato di montagna, ebbe la tessera onoraria del Cai del Brescia e divenne grande amico degli alpini. Richard ha incontrato nel suo viaggio bresciano anche i rappresentanti delle penne nere.
Rientrato in Canada — ricorda il figlio Rich — una volta giunto il tempo della pensione, Homer Smiley si ritira con la moglie sulle rive di uno dei tanti laghi canadesi. Ai figli confesserà di aver scelto quel luogo perché «gli ricordava il periodo bresciano e molto il lago di Garda».