Bonometti: «È ora di battere Recco»
Alle 16 si assegna lo scudetto della pallanuoto, Brescia cerca di spodestare il re
Non sarà a Trieste, ma tiferà dal divano di casa: Marco Bonometti, patron della An Brescia, spera alle ore 16 di spodestare la Pro Recco dal trono della pallanuoto italiana: si ripete la solita finale per l’ottavo anno consecutivo, stavolta dovrà cambiare l’esito. «Il divario è ridotto, dobbiamo giocarcela. Spero in un arbitro all’altezza», spiega in una lunga intervista.
«Mi sono stufato di arrivare sempre secondo, ma è il gesto agonistico che decide chi è il più forte». Così Marco Bonometti, il patron dell’An Brescia presenta la finale scudetto contro la Pro Recco. Si gioca alle 16, a Trieste, l’egemonia dei liguri dura dal 2006. Per alcuni impegni di lavoro, sarà però costretto a guardare la partita in televisione come un leone in gabbia.
Presidente Bonometti, è l’ennesima gara decisiva.
«Sì, sempre contro Recco. Sono due squadre che giocano ad alto livello in Italia e in Europa. Ci sarà uno spettacolo di alto livello, mi auguro che anche l’arbitraggio sia all’altezza della situazione, perché in una partita ci si gioca
"Il patron Devo tutto a nuoto e pallanuoto Mi hanno preparato alla vita, cerco di restituire quello che ho ricevuto
tutto lo sforzo di un anno di allenamenti. Difficile prevedere il risultato. I nostri giocatori sono motivati e carichi, poi vinca il migliore».
Dal 2012 vi giocate lo scudetto all’ultima gara. Quest’anno arrivate da primi in classifica. Si è ridotto il gap?
«Il divario si sta accorciando sempre di più. Abbiamo sempre cercato di privilegiare la serietà della società, inseguendo la sostenibilità. Non facciamo voli pindarici; vogliamo crescere con le nostre forze. Prima o poi, forse già oggi, riusciremo a vincere».
Nella semifinale di venerdì Presciutti e compagni erano un po’ contratti…
«Solitamente noi in semifinale incontravamo un osso più duro come lo Sport Management. Venerdì forse erano troppo sicuri, ma in questo sport non c’è niente di scontato. Ecco perché oggi dobbiamo giocarcela fino in fondo».
La vittoria sarebbe anche un omaggio a Piero Borelli...
«Piero è stato il fautore della pallanuoto. Ci portava a Civitavecchia a imparare a giocare e in questi anni ha saputo attrarre grandi talenti in città. Voleva riportare qui lo scudetto. Sarebbe bello riuscirci».
Forse non c’è fino in fondo la percezione di quanto di buono sta facendo l’An…
«La società va avanti da 50 anni perché pensa che la pallanuoto sia uno sport educativo e formativo. Noi vogliamo creare attenzione attorno a questa disciplina perché desideriamo coinvolgere il maggior numero di ragazzi e far capire loro che lo sport, divertendosi, aiuta ad affrontare la vita».
La società non ha mai messo in discussione il coach Sandro Bovo.
«Con Bovo ho fatto un accordo decennale per portare avanti il movimento a Brescia, perché non è facile portare la pallanuoto a questi livelli in una città non di mare. Il nostro obiettivo è di aggregare sempre di più i giovani. Abbiamo tutte le squadre (anche femminili) per allargare questo interesse al maggior numero di persone. Stiamo costruendo un grosso vivaio che un domani ci darà delle belle soddisfazioni. Dal punto di vista tecnico, Bovo è un grande scopritore di talenti: quattro tra i migliori giocatori del Recco vengono da Brescia».
La pallanuoto bresciana può contare ancora sul suo impegno anche nel futuro?
«Io devo tutto al nuoto e alla pallanuoto. Mi hanno preparato alla vita. Sto cercando di restituire quello che ho ricevuto. Lo sport ti prepara alle insidie della vita e a saper cogliere le opportunità».