Lega pigliatutto, il Centrosinistra arretra
Un bresciano su due ha dato il proprio voto al Carroccio che anche in città scalza il Partito democratico
La Lega la fa da padrone a livello nazionale. Ma nel Bresciano fa anche di più: se in Italia si è «fermata» al 34%, a livello provinciale sfiora il 50. E anche nel capoluogo occupa il gradino più alto del podio scalzando il Partito democratico da quella che sembrava quasi una rendita di posizione, almeno nel capoluogo. Questo dice l’esito del voto europeo a livello provinciale, che fotografa la forte ascesa del partito di Matteo Salvini, vero pigliatutto di questa tornata elettorale. Il confronto con le Europee di cinque anni fa sarebbe inutile, era l’anno del Pd al 40%, decisamente più realistico invece è il paragone con il voto politico di un anno fa, ma anche in questo caso si registra la vorticosa ascesa della Lega, a dimostrazione della velocità dei cicli e dei flussi che caratterizzano la politica di oggi.
La Lega al 34% a livello nazionale sfiora il 50% a livello provinciale e occupa il gradino più alto del podio anche in città, scalzando il Partito democratico da quella che sembrava quasi una rendita di posizione, almeno nel capoluogo. Questo dice l’esito del voto europeo a livello provinciale, che fotografa la forte ascesa del partito di Matteo Salvini, vero pigliatutto di questo giro.
Il confronto con le europee di cinque anni fa sarebbe inutile, era l’anno del Pd al 40%, più realistico invece è il paragone con il voto politico di un anno fa, ma anche in questo caso si registra la vorticosa ascesa della Lega, a dimostrazione della velocità dei cicli e dei flussi che caratterizzano la politica di oggi.
Prima delle percentuali di lista, un dato sull’affluenza, che resta maggiore della media nazionale ma scende sotto il 70% in provincia ed è pari al 63% in città. In pratica, un elettore su tre se ne è rimasto a casa e questo ridimensiona, quando dalle percentuali si passa ai voti assoluti, i risultati un po’ per tutti. Fatta questa premessa a livello provinciale la Lega domina e resta appena un filo sotto il 50%. Il Pd, secondo partito a livello provinciale, registra percentuali di poco superiori al 20 per cento. Gli altri partiti sono ancora più lontani: Forza Italia finisce sotto l’8%, i Cinque Stelle appena dietro, Fratelli d’Italia al 5,5%. Il resto è ancora più distaccato e ben otto formazioni sono addirittura sotto l’1 per cento.
In città il risultato è leggermente diverso ma, grande novità, la Lega diventa il primo partito con oltre il 35% dei consensi. Il Pd si ferma poco sotto il 31%, il Movimento Cinque Stelle va un po’ sopra l’8%, Forza Italia è al 7,6%. Questo per le percentuali. I numeri assoluti dicono che in città la Lega prende circa 31 mila voti, quasi ottomila in più rispetto al voto alla Camera di un anno fa (quando erano andati a votare 20 mila persone in più) e aumenta di 12 punti percentuali. Il Pd di voti ne prende 27.356, un dato lievemente superiore rispetto a un anno fa, con voti percentuali superiori di circa quattro punti. C’è però un’avvertenza: lo scorso anno c’erano Liberi e Uguali (4.400 voti) e Insieme (559 voti) che quest’anno non ci sono e sono di fatto convogliati all’interno del Pd.
Insomma, mentre la crescita della Lega in città è indiscutibile, la tenuta del Pd c’è ma ha qualche ombra. Per Fabio Rolfi, assessore in Lombardia e uomo forte della Lega a Brescia, è quindi facile parlare di risultato straordinario: «Viene premiata la chiarezza di posizioni, la presenza sul territorio, andiamo ben oltre i consensi storici che abbiamo avuto. Un voto che smentisce chi diceva che i ceti produttivi del Nord erano insofferenti». Il voto in città? «Colpisce, certo, e dimostra che la Lega è oramai in grado di dare rappresentanza anche ai ceti borghesi delle aree metropolitane».
Il sindaco Emilio Del Bono si è riservato di commentare oggi i risultati elettorali, il segretario cittadino del Pd Tommaso Gaglia parla invece di «tenuta» in città: «Vedo un Partito democratico che mantiene i suoi voti, vedo una Lega che cresce, soprattutto a svantaggio di Forza Italia. La preoccupazione per l’enorme consenso elettorale del partito di Matteo Salvini ovviamente c’è, ma questo è un problema a livello generale, non soltanto cittadino».