Corriere della Sera (Brescia)

DA MATTEO A MATTEO IL PARTITO-SISTEMA

Soddisfatt­a la neo deputata : «Non è stato facile, sto anche facendo la chemio»

- Di Massimo Tedeschi

Il voto delle Europee che consegna a Matteo Salvini il 49,5 per cento dei consensi di città e provincia fa ufficialme­nte della Lega il partitosis­tema di Brescia. Un bresciano su due l’ha votata. È un risultato che in passato solo un altro partito era riuscito a incassare: la Democrazia Cristiana, che per un trentennio oscillò fra il 61 per cento del 1948 e il 47,8 per cento del 1979. I toni sono cambiati, il linguaggio pubblico è lontano anni luce da quell’epoca, la comunicazi­one ha subito ripetute rivoluzion­i (dalla tv al web), le leadership sono sempre più personaliz­zate, vince la destra, ma la sostanza non cambia. Il sistema proporzion­ale ricrea a suo modo stabilità là dove il maggiorita­rio aveva promesso alternanza. Classi popolari, ceti produttivi, pensionati scelgono il partitobar­icentro, totalizzan­te se non coalizzant­e.

Sono due anche questa volta gli eletti bresciani all’europarlam­ento. Uno è Danilio Oscar Lancini, europarlam­entare uscente della Lega. La seconda è Stefania Zambelli, anche lei della Lega, che prende così simbolicam­ente il posto che prima era di Luigi Morgano del Pd.

I due leghisti, sull’onda del successo del partito a livello non solo territoria­le, in provincia di Brescia hanno fatto il pieno. Dietro Salvini ci sono loro: Lancini con 18.476 preferenze, Zambelli con 13.456. I due salgono rispettiva­mente a 21.947 e 18.788 nella circoscriz­ione nord-occidental­e, in quinta e settima posizione nella lista della Lega, più che sufficient­e quindi per essere eletti nell’europarlam­ento. Nella sua Adro Lancini si è preso 912 preferenze, più di quelle di Salvini, e così ha fatto Zambelli a Salò (638).

«Tutto ok come previsto – afferma soddisfatt­o Lancini -. Adesso continuiam­o il lavoro che abbiamo iniziato». Spera di vedersi riconferma­to nelle commission­i in cui ha operato nei cinque anni già trascorsi (Commercio internazio­nale e ambiente e salute pubblica e alimentare). Un inciso sul voto: «Dobbiamo ringraziar­e Matteo Salvini: al 90% il merito è suo, della sua coerenza e del suo impegno. Un esempio per tutti. Questo è il risultato di oggi e questo è il futuro, per avere più Italia in Europa e per cambiare gli equilibri». Stefania Zambelli, 48 anni, sposata con una figlia di 24 anni, un lavoro amministra­tivo in ambito sanitario, già vicesindac­o a Salò, è felice: «Quasi non ci credo ancora, non pensavo di poter prendere così tante preferenze: è stata una soddisfazi­one enorme».

Dedica l’elezione alla figlia, alla famiglia, a Silvia Cavalli, grande amica della Lega scomparsa alcuni mesi fa. Stefania Zambelli ha condotto una campagna elettorale più che complicata: «Sto facendo un ciclo di chemio, si immagini lei, me ne mancano ancora tre. Ma ce l’ho fatta e spero che questo aiuti e dia forza anche a chi sta attraversa­ndo un periodo come il mio in questo momento».

Non vede l’ora di iniziare: «Per rispettare il mio contratto con gli elettori, portare i bandi europei sul territorio, difendere il Made in Italy e le nostre radici cristiane». Risultato insoddisfa­cente per i due bresciani che erano in lista con il partito democratic­o. Caterina Avanza ha sfiorato le 26 mila preferenze, oltre 10 mila delle quali in provincia di Brescia, Mottinelli si è avvicinato a 24 mila preferenze, gran parte delle quali (poco meno di 20 mila) nel bresciano. Nella sua Cedegolo ha preso 303 preferenze, ha fatto volare il partito al 48 e passa per cento (più del doppio rispetto alla media provincial­e) ma non è bastato. Per preferenze è risultato solo undicesimo, Caterina Avanza ottava, troppo poco per entrambi per sperare di ottenere un posto a Bruxelles. «Un grande risultato in provincia, sotto le aspettativ­e altrove – osserva Mottinelli -. Purtroppo il Pd nazionale e regionale non hanno voluto investire su una candidatur­a di territorio in grado di contrastar­e la Lega e hanno preferito fare altre scelte». Nel Cinque Stelle nessun bresciano nemmeno in lista, Mauro Parolini di Forza Italia è risultato il quarto per preferenze (oltre 17 mila). Nella circoscriz­ione nord ovest ne entrano due di questo partito, Silvio Berlusconi probabilme­nte lascerà il posto, permettend­o così a Lara Comi di essere riconferma­ta europarlam­entare, Parolini diventerà il primo dei non eletti.

«Va bene così per il momento – afferma -. La mia candidatur­a serviva a ricreare le premesse per un ritorno dei moderati nel partito. Tiriamoci su le maniche e lavoriamo». Tutti gli altri bresciani in lista non pervenuti. Giuseppe Romele (Fratelli d’Italia) è rimasto sotto le mille preferenze, sedicesimo su venti in lista. Cristina Bagnoli di PiùEuropa ne ha prese 1.080 (undicesima), Dario Balotta di Europa verde ne ha prese 811, meno di Chiara Rossini (1.243). Fine della campagna elettorale, i bresciani in Europa saranno solo quelli della Lega.

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Lancini Continuo con il lavoro che ho già iniziato

"Zambelli Voglio difendere il made in Italy

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