Corriere della Sera (Brescia)

IL CENTRODEST­RA BATTE IL CIVISMO MASCHERATO

- Di Pietro Gorlani

L’onda verde Lega è stata più lunga e potente del previsto. È arrivata in molti paesi della provincia ed ha raso al suolo diverse roccaforti del Centrosini­stra. Rezzato, Botticino, Concesio, Iseo, Orzinuovi, Calvisano, Rodengo Saiano, sono passati così al Centrodest­ra che — al netto dei venti paesi governati da vere liste civiche — ora amministra più di 11o dei 205 Comuni bresciani. Centrodest­ra che nelle liste di paese non si imbarazza affatto di mettere in bella mostra i simboli di partito (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) considerat­i di questi tempi un punto di riferiment­o per gli elettori, in quanto forieri di messaggi politici (vedi il contrasto dell’immigrazio­ne clandestin­a ed il taglio alle tasse).

Cinque anni fa, alle Europee del 2014, sembrava che questo ruolo toccasse al Pd dell’altro Matteo, Renzi: allora il Pd sfiorò a Brescia il 38 per cento staccando Lega (18), Forza Italia (17) e 5 Stelle (14). Sono bastati cinque anni perché il testimone passasse da Matteo a Matteo, con Pd, Forza Italia e 5 Stelle che dimezzano i voti, Fratelli d’Italia che li raddoppia e la Lega che li triplica. Il solco era già tracciato dal voto politico e regionale del 4 marzo 2018 ma l’accelerazi­one impressa domenica è netta: rispetto a un anno fa, in termini assoluti, la Lega conquista 84mila nuovi voti, il Pd 22mila, Fratelli d’Italia 2mila; somma algebrica in negativo invece per Forza Italia che in un anno perde 34mila voti e M5S che di voti ne lascia sul campo 54mila. La scelta degli elettori è chiara. Basta che il nuovo partito-sistema ricordi l’onere che gli spetta: selezionar­e classe dirigente, strategie, relazioni con i mondi vitali, visione. Insomma governo diffuso, non solo slogan elettorali.

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