IL CENTRODESTRA BATTE IL CIVISMO MASCHERATO
L’onda verde Lega è stata più lunga e potente del previsto. È arrivata in molti paesi della provincia ed ha raso al suolo diverse roccaforti del Centrosinistra. Rezzato, Botticino, Concesio, Iseo, Orzinuovi, Calvisano, Rodengo Saiano, sono passati così al Centrodestra che — al netto dei venti paesi governati da vere liste civiche — ora amministra più di 11o dei 205 Comuni bresciani. Centrodestra che nelle liste di paese non si imbarazza affatto di mettere in bella mostra i simboli di partito (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) considerati di questi tempi un punto di riferimento per gli elettori, in quanto forieri di messaggi politici (vedi il contrasto dell’immigrazione clandestina ed il taglio alle tasse).
Cinque anni fa, alle Europee del 2014, sembrava che questo ruolo toccasse al Pd dell’altro Matteo, Renzi: allora il Pd sfiorò a Brescia il 38 per cento staccando Lega (18), Forza Italia (17) e 5 Stelle (14). Sono bastati cinque anni perché il testimone passasse da Matteo a Matteo, con Pd, Forza Italia e 5 Stelle che dimezzano i voti, Fratelli d’Italia che li raddoppia e la Lega che li triplica. Il solco era già tracciato dal voto politico e regionale del 4 marzo 2018 ma l’accelerazione impressa domenica è netta: rispetto a un anno fa, in termini assoluti, la Lega conquista 84mila nuovi voti, il Pd 22mila, Fratelli d’Italia 2mila; somma algebrica in negativo invece per Forza Italia che in un anno perde 34mila voti e M5S che di voti ne lascia sul campo 54mila. La scelta degli elettori è chiara. Basta che il nuovo partito-sistema ricordi l’onere che gli spetta: selezionare classe dirigente, strategie, relazioni con i mondi vitali, visione. Insomma governo diffuso, non solo slogan elettorali.